Monthly Archives: February 2012

ai testimoni di apparizioni ufo

C’è un modulo prestampato, che ognuno può stampare direttamente dal proprio computer, sul sito dell’ufologia tradizionale italiana ( questo ovviamente non è il vero nome dell’associazione ). In questo modulo, con le righe ben segnate di nero, ci sono caselle apposta che inquadrano la descrizione dell’oggetto, la sua direzione, la sua velocità, l’ora ed il luogo precisi dell’avvistamento, il tempo in cui l’oggetto è rimasta in volo. Forse c’è anche lo spazio per allegare un disegno. Lo scopo di tale modulo è confrontare la testimonianza di un avvistamento con le altre testimonianze, valutare se la forma e la velocità possono corrispondere alle descrizioni di altri ufo, e ricondurre l’oggetto ad una spiegazione più razionale. Il numero di moduli prestampati che descrivono un oggetto volante nella stessa zona e nello stesso periodo sono la conferma che qualcosa effettivamente lì fuori volava. L’ufologia radicale crede che le persone siano in grado da sole di riconoscere un aereo invece che scambiarlo per un’astronave, e che non serva il parere di un ‘esperto’ per decretare la realtà della visione. L’ufologia radicale non cerca la conferma alle proprie credenze ufologiche in testimonianze di massa; né distribuisce moduli prestampati che inquadrino l’esperienza del tutto personale e singolare di un avvistamento in caselle e righe ben segnate. Se hai visto un ufo, sei tu a non aver identificato quell’oggetto, non siamo poliziotti, e non spetta a nessuno cercare le prove per smentirti. In compenso puoi inviare il tuo racconto a Senza; che si occuperà di renderlo pubblico su questo blog.


denaro

Nel baratto i possedimenti di una persona valevano per l’altra solo quando potevano essere utilizzati: posso scambiare le mie mele con le pere del mio vicino solo se a lui servono delle mele. Ciò implicava che ogni nucleo famigliare dovesse essere il più possibile autosufficiente. Il denaro, che ha distrutto il baratto, implica direttamente la divisione del lavoro e con essa l’insufficienza delle persone a se stesse. Ma il problema principale del denaro è che rende ogni bene equivalente: il valore d’uso di un oggetto si riduce al valore di denaro, stabilito dall’alto e svaluta ogni bene trasformandolo in qualcosa da usare a qualcosa da comprare. Prima del denaro non c’era una così grande corsa all’accumulazione di beni, all’avarizia. Dall’identificazione di tutte le cose sotto ad un unico comun denominatore si passa all’appiattimento delle persone globalizzate che smaniano per apparire uguali alle persone già uguali a loro che appaiono in televisione. “Ognuno ha un prezzo” è una frase che non si dovrebbe mai dire, e che sentenzia l’inconsistenza di ogni persona. Il denaro è il contrario dell’ufo, perché identifica qualsiasi cosa. Ma dall’ufo l’uomo potrebbe capire molte cose, anzitutto la verità sul denaro. Come la credenza in un qualche dio o negli alieni, la credenza nel denaro è una fede, o meglio una fiducia ed una speranza. Ci sono molti più soldi al mondo che cose acquistabili, il surplus di denaro è il capitale che viene investito per cose che esisteranno solo nel futuro. Quindi il denaro è la fiducia che nel futuro ci sarà il corrispettivo materiale del denaro speso. Questo significa che un tot dei soldi che abbiamo in tasca non sono altro che pezzi di carta, perché non ci sono cose che si possono comprare con quei soldi. Dall’ufo l’uomo potrebbe capire che anche il denaro in fin dei conti è solo una speranza, una visione fugace, che lascia a terra poche tracce, la prova fotografica di un ufo vale molto di più delle banconote tenute in tasca.


per un’alternativa Benjamin/Adorno

Forse è riduttivo supporre che senza gli ufo non sarebbe mai stata inventata la fantascienza, ma di fatto l’ipotesi aliena ha da sempre stimolato l’interesse dell’industria culturale. Ma è lecito ridurre la fantascienza ad industria culturale? Ad un’attenta analisi sì. In realtà basta aver chiaro il concetto di industria culturale, invece che sapere quel tanto che l’ideologia fa trapelare perché in qualcuno sia suscitata l’idea che si tratti di una bufala. Fin quando la fantascienza non si spaccia per arte può essere tutto a posto, ma in realtà il problema sta in come il pubblico abituato a considerare ogni pezzo di carta stampata come arte o giornalismo la recepisce. Lo scrittore può essere consapevole di scrivere solo per svago, il lettore che legge per svagarsi invece è la prova della fusione tra arte e svago rilevata da Adorno. Tutto cambia però con il cinema: non più lo svago dell’esecutore o del fruitore sono il centro del film, ma i soldi che il produttore riuscirà a guadagnare. Le pesanti e realistiche critiche che Adorno muoveva al cinema sono però compensate dal pensiero dell’amico Benjamin, tragicamente scomparso prima di poter leggere il capitolo sull’industria culturale. Per Benjamin il cinema ha un aspetto paradossalmente positivo: è uno spettacolo di massa, e dunque può portare al popolo un messaggio politico positivo, fuori dall’ideologia. Adorno al contrario sosteneva che l’arte dovesse tenersi fuori da ogni compromissione con la politica, perché per farlo, avrebbe dovuto diventare di massa, e sottoporsi agli stessi criteri dell’industria culturale e dell’ideologia nazista. La domanda è la seguente: se l’ufo può portare, come di fatto è, un messaggio politico, dovrebbe servirsi o meno del cinema e degli altri settori dell’industria, o rischia di essere ridotto a mera fantascienza?


paura

L’a priori nei confronti dell’alieno, sia esso l’estraneo, il volto in ombra dello sconosciuto che di notte cammina solitario, l’uomo nero che ci ruba il lavoro o l’omino verde proveniente dallo spazio è la paura. Il terrore nei confronti dell’alieno è arcaico, ma nell’epoca della razionalità scientifica che per conoscere deve definire le cose ed è ostile a tutto quello che non si risolve in concetto l’alieno è guardato con sospetto. Le reazioni più tipiche sono due: si elimina la paura non credendo nella sua esistenza, o si giustifica la paura attribuendogli scopi malefici. Le religioni del passato guardavano al cielo con timore reverenziale: angeli, dei discesi su un carro di fuoco o alieni probabilmente erano tutti la stessa cosa ( di questo si è ampliamente occupata la paleoastronautica ), ed erano rispettati e pregati. Nei secoli i monoteismi si sono però dimenticati che i loro testi sacri erano metafore e non possono più accettare quel sovrappiù della natura dal quale invece gli storici delle religioni affermano sia nato il sentimento di sacro. Così si avvicinano alla scienza, e bandiscono ogni possibilità non sondata dai concili, trovando una spiegazione chiara per ogni avvenimento spaziale del passato. Le religioni oggi vedono nell’alieno una seria minaccia, non perché attaccherà la Terra riducendo l’uomo in schiavitù, ma perché mette in crisi la fede nell’antropocentrismo. Questo non significa che il discorso sugli alieni sia taciuto: continuamente viene chiesta la prova definitiva della loro esistenza, davanti alla quale però si scoppia in una risata sarcastica. La fedeltà alla paura portata avanti dai film di fantascienza e dalle religioni, che continuano a parlare dell’alieno, è, come direbbe Adorno, un altro modo di amare il bosco con la caccia.

 


l’ipotesi junghiana

Le analisi condotte da Jung in merito al fenomeno ufo meritano di essere analizzate dall’ufologia radicale in quanto mostrano un approccio totalmente diverso rispetto all’ufologia tradizionale ed alle suggestioni tipiche dell’industria culturale che tendono a vederlo come qualcosa di extraterrestre o militare. Jung pone invece il primato nel soggetto, nell’osservatore e in quello che può trarre dalla simbologia implicita degli ufo, mantenendo l’aspetto di non-identico poiché, anche quando l’ufo va ad identificarsi con il soggetto rimane legato sempre al suo lato inconscio, non venendo mai riassunto in un dato certo ed analizzabile. Se Jung abbia o meno ragione non si può dire, non ci interessa; quello che è certo è che l’ufo ha un aspetto simbolico che sarebbe stupido tacere. L’ufo è per Jung una proiezione dell’inconscio che trovandosi in una situazione di dissociazione rispetto alla coscienza cerca un’altra via per farsi notare. È l’uomo stesso, che cerca in esso una realtà alternativa, che poi potrebbe essere la sua stessa anima. Jung riconosce l’aspetto politico del fenomeno: nei periodi di guerra reale o fredda che sia gli avvistamenti infatti si moltiplicano, ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’uomo si aspetta un attacco, e dal novecento in poi, se lo aspetta proveniente dal cielo, cosa che spiega la forma allungata, simile ad un missile, di molti ufo. Il periodo del secondo dopoguerra è animato dal desiderio di conquistare lo spazio ( ormai i poteri si sono distribuiti in maniera che sembra definitiva su tutta la Terra ), il cielo diviene allora luogo di viaggi ed incontri, gli oggetti volanti realizzano il nostro desiderio ed allo stesso tempo possono venir identificati con abitanti di altri pianeti mossi dalla nostra stessa voglia di conquista. La filmografia hollywoodiana si basa su questa impropria attribuzione, senza rendersi conto dell’ingenuità insita nell’applicare all’alieno, l’estremamente altro, attributi tipicamente umani ( nemmeno l’uomo si è dunque accorto di quanto l’odio la brama di conquista e la guerra siano terribilmente umani ). L’ufo però spesse volte viene avvistato senza essere segnalato dal radar, il suo fenomeno si chiarisce ancor meglio nell’incapacità di farsi catturare e rimanere sfuggevole quanto le sue soventi apparizioni nei sogni. La forma con la quale è più spesso ricordato è quella sferica, dunque il cerchio, il mandala, ciò che custodisce la totalità psichica ( il cerchio è la figura più completa ed equilibrata ) e che dall’alchimia è visto come un attributo dell’anima. La tradizione cristiana ha sempre posto la divinità nel cielo, in accordo con Platone per il quale la sfera è la forma di dio, che si situa nell’iperuranio ( tra le idee ) e dunque nel cielo, dove stanno anche le anime. L’ufo, il disco volante che tra il cielo e la terra porta al suo interno degli alieni a forma di ominide, può essere dunque interpretato come il passaggio ad uno stadio superiore, il ricongiungimento con dio o anche come una moderna barca di Caronte. E l’ospite dell’astronave può esser tanto il contenitore, simbolo dell’anima dell’osservatore, che l’alieno, non un extraterrestre ma un’anima sollevatasi dallo stato terreno. Per questo anche i rapimenti hanno molte analogie e riflettono la paura della morte. Non a caso le abduction avvengono di notte, in luoghi isolati, quando cioè è ora di dormire. Va notato che gli abdotti spariscono divenendo irrintracciabili, ma sono più le testimonianze dei film di fantascienza che quelle di persone che hanno davvero assistito ad un rapimento. Chi avvista l’ufo, chi si fa rapire, diviene in qualche modo simile ad esso. Comunque l’ufo è sempre mediatore tra due mondi, arriva e scompare da un luogo senza nome che forse non ha nemmeno una sede, se è vero che i racconti dei presunti rapimenti non fanno mai scendere su un pianeta le persone. Jung analizza anche la simbologia degl’ufo a forma di goccia i quali ricordano un utero, un altro contenitore, che oltre a indicare la sessualità si pone in relazione al tema della morte, rovesciandone però i contenuti: il rapimento potrebbe allora essere un viaggio per una nuova rinascita, che parte proprio dalle origini e dall’interno, dal luogo di ogni crescita indispensabile al nostro venire al mondo.


contro le ideologie dell’ufologia tradizione per un’autosuggestione autonoma. dichiarazione d’intenti

Osservatorio di ufologia radicale nasce per creare un punto di raccolta di idee testimonianze e filosofie. Ma è un osservatorio anche in senso materiale in quanto la sede è accanto all’osservatorio astronomico di Libbiano. La linea del gruppo si situa sulla strada aperta ( e poi abbandonata ) dai MIR, principali testimoni dell’ufologia radicale prima della loro prematura scomparsa. L’Osservatorio non ne copia pedissequamente le idee, ma avendole fatte proprie le ripropone secondo una versione aggiornata e orientata soprattutto al disvelamento delle falsità propagandate dall’industria culturale e delle mistificazioni della società. La consapevolezza che proponiamo è già di per sé un atto di politica. Tutti gli articoli le foto i disegni e le idee che sono o che saranno pubblicati in questo blog sono opera esclusiva dell’ingegno dei suoi membri; ogni testimonianza ( avvistamenti ed articoli ) è stata fatta in prima persona, in nessun caso verrà pubblicato materiale che provenga dallo sconfinato mondo dei falsi di internet. La nostra ricerca mira alla verità, ma finché questa sarà nascosta dall’abbagliante luccichio dei media preferiremo un’autosuggestione autonoma. Siamo contro ogni forma di pubblicità, contro l’industria culturale ( e sempre staremo fuori dai media ), antidittatoriali, antispecisti, nonviolenti.


l’importanza del falso

Quegli apparati che intendono mascherare la verità sugli ufo giocano sul dubbio, facendo passare per vere cose che non lo sono al fine di mistificare l’intero fenomeno. Ancora prima della spontanea collaborazione al nascondimento della verità da parte dell’industria culturale sopratutto cinematografica; notizie palesemente false distribuite da governi, militari o da una dietrologia che per ora rimane senza nome ( non si può infatti essere sicuri che qualcuno nel governo sappia davvero la verità ), hanno portato scompiglio nella ricezione degli ufo. Video come quello dell’autopsia ad un alieno, patetica ricostruzione d’un improbabile autopsia, spacciato come filmato reale rubato dopo il dubbio schianto d’un ufo a Roswell; concorrono a creare quel misto di verità e finzione per cui nessuno può più essere sicuro che qualcosa di vero ci sia. Anche l’ufologia tradizionale ha concorso, sebbene di solito con buoni intenti, a creare tale effetto d’insicurezza, cercando, come Kolosimo, prove ultime nell’esistenza degli alieni in ogni cacca di mucca dei secoli passati. Altri falsi ufologi si sono invece totalmente votati a mistificare il fenomeno con la stessa frequenza con cui andavano al gabinetto. Il risultato è che oggi per quante persone dicano di credere negli alieni ben poche di esse sanno in cosa credono, scambiando un libro di fantascienza come resoconto reale di fatti realmente accaduti, o temendo il prossimo arrivo degl’invasori rettiliani sulla traiettoria di New York. Finché le persone non sapranno distinguere il falso da ciò che è probabile nessuno si chiederà qual’è la verità sugli ufo perché penserà di averla già scoperta, oppure bollerà ogni manifestazione come vana superstizione.


l’importanza del vero

Il vero ha un valore intrinseco, l’attribuzione dell’aggettivo vero è la prova stessa dell’importanza di un fenomeno. Ma vero è l’oggettivo, l’effettivo, in fin dei conti è la mera attribuzione dell’aggettivo stesso. E perché qualcosa sia ritenuto vero non basta la prova della soggettività, deve essere riconosciuto tale anche da altri. Finché il fenomeno ufo rimarrà così nell’ombra, finché le masse non lo daranno per vero, rimarrà solo il sogno di qualche sconclusionato che si limita a crederci. Credere è il contrario di sapere, si crede solo in quello di cui non si è certi. Dunque finché una larga maggioranza non riceverà prove inconfutabili sull’esistenza degli ufo il primato rimane al soggetto. L’ufologia radicale vuole scoprire la verità, ma fin quando sarà tenuta nascosta dalle operazioni di cover up dell’ufologia tradizionale degli apparati militari e dell’industria cinematografica; rimarcherà l’importanza di credere negli ufo, e di trarne suggestioni soggettive che se non sono vere sono consapevoli di essere un disvelamento parziale che dal dubbio afferma la propria legittimità.