paura

L’a priori nei confronti dell’alieno, sia esso l’estraneo, il volto in ombra dello sconosciuto che di notte cammina solitario, l’uomo nero che ci ruba il lavoro o l’omino verde proveniente dallo spazio è la paura. Il terrore nei confronti dell’alieno è arcaico, ma nell’epoca della razionalità scientifica che per conoscere deve definire le cose ed è ostile a tutto quello che non si risolve in concetto l’alieno è guardato con sospetto. Le reazioni più tipiche sono due: si elimina la paura non credendo nella sua esistenza, o si giustifica la paura attribuendogli scopi malefici. Le religioni del passato guardavano al cielo con timore reverenziale: angeli, dei discesi su un carro di fuoco o alieni probabilmente erano tutti la stessa cosa ( di questo si è ampliamente occupata la paleoastronautica ), ed erano rispettati e pregati. Nei secoli i monoteismi si sono però dimenticati che i loro testi sacri erano metafore e non possono più accettare quel sovrappiù della natura dal quale invece gli storici delle religioni affermano sia nato il sentimento di sacro. Così si avvicinano alla scienza, e bandiscono ogni possibilità non sondata dai concili, trovando una spiegazione chiara per ogni avvenimento spaziale del passato. Le religioni oggi vedono nell’alieno una seria minaccia, non perché attaccherà la Terra riducendo l’uomo in schiavitù, ma perché mette in crisi la fede nell’antropocentrismo. Questo non significa che il discorso sugli alieni sia taciuto: continuamente viene chiesta la prova definitiva della loro esistenza, davanti alla quale però si scoppia in una risata sarcastica. La fedeltà alla paura portata avanti dai film di fantascienza e dalle religioni, che continuano a parlare dell’alieno, è, come direbbe Adorno, un altro modo di amare il bosco con la caccia.

 


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