Monthly Archives: September 2012

la testimonianza di Para

“So che nessuno mi crederà mai ma io ho visto un ufo.

Ero di fuorissimo. Ero al Sunspash. Ero disteso ad ascoltare un concerto e a un certo punto il mio amico mi da una gomitata e mi indica una luce arancione tipo fuoco -‘la vedi?’ mi chiede. La luce si muove lentamente allontanandosi, finché gli ultimi tre secondi accellera e sparisce.”


le mutilazioni animali e il divieto di essere mangiati

Il fenomeno delle mutilazioni di bestiame compare per la prima volta negli USA negli anni ’60, e sempre in America sono registrati la maggior parte dei casi. Caratteristiche del fenomeno sono le incisioni fatte con perizia chirurgica, le ferite cauterizzate, l’asportazione di organi precisi ( viso, genitali ) e la mancanza di sangue. Tutto questo esclude che i responsabili possano essere predatori naturali o persone qualsiasi, e poiché l’assenza di sangue sulle vittime e sul terreno circostante ha fatto supporre  che le operazioni vengano fatte in un luogo diverso da quello del ritrovamento sono stati chiamati in causa alieni e satanisti. Inoltre alcuni cadaveri sono stati trovati con fratture che hanno fatto pensare che potessero essere stati lanciati dall’alto, quindi da un elicottero o da ufo. Vittime di queste atrocità sono soprattutto mucche e altri animali da allevamento, solo una minima parte è costituita da cani gatti o animali selvatici ( c’è del resto anche chi ha parlato di mutilazioni umane ), sono documentati diversi casi di intere mandrie sterminate in una sola volta, senza che mai l’allevatore se ne accorgesse.

L’ufologa Linda Howe sostiene: “Ho esaminato casi di persone che vivono in ranches e fattorie negli Stati Uniti e che dicono di aver visto piccole creature con grandi occhi e pelle grigia portare via i loro animali.” Secondo l’ufologa c’è una diretta corrispondenza tra i rapimenti umani e le mutilazioni di bestiame: entrambi questi fenomeni riguardano esseri in età fertile, agli animali spesso sono asportati gli organi sessuali mentre i protagonisti di rapimenti affermano di aver avuto rapporti sessuali a bordo delle astronavi; il filo conduttore appare quello del DNA. Gli animali stessi sarebbero rapiti e poi lasciati in un posto diverso da quello del prelievo, come spesso succede a molti umani.

La mia personalissima idea è che molti di questi resoconti di rapimenti abbiamo origine psichica mentre le mutilazioni di animali siano opera di persone che meriterebbero il carcere, qualsiasi sia il motivo per cui lo fanno. Cercherò di dimostrare che tale pratica abominevole non ha nulla a che vedere con il fenomeno ufo, e per farlo mi avvarrò della mitologia/religione di culture tra loro molto differenti, cercando di sostenere la derivazione umana/rituale delle mutilazioni.

Anzitutto partiamo dal motivo che secondo Linda Howe sta dietro al fenomeno: il bisogno di procurarsi del DNA. Una cultura scientificamente avanzata, in grado di fare asportazioni chirurgiche e di gettare i cadaveri da una postazione elevata ( un’astronave ) non avrebbe bisogno di asportare né altre parti del corpo, né i genitali né di dissanguare la vittima per procurarsi il DNA. Però una connessione c’è, e secondo me riguarda l’aspetto ‘identitario’: i genitali sono la parte attraverso cui si passa il proprio patrimonio genetico alla prole, mentre il viso/muso è la parte che permette il riconoscimento immediato del singolo. Asportare queste zone del corpo equivale semmai quindi a negare l’identità, non a volersi appropriare del patrimonio genetico. Perché allora negare l’identità? Una risposta potrebbe trovarsi nel secondo libro più antico, l’Odissea, come simbolo della negazione della metamorfosi uomo-animale.

L’Odissea narra questa metamorfosi nell’episodio di Circe che trasforma i compagni di Ulisse in maiali, cioè in mansuete bestie da allevamento, ma non vengono mangiati, Circe li risparmia solo dopo aver dormito con Ulisse. Adorno commenta questo episodio sostenendo che alla base della trasformazione c’è il rifiuto per il cannibalismo/sacrificio dato che il sapore della carne umana è molto simile a quello della carne di maiale. Secondo alcuni la somiglianza tra questi sapori è anche all’origine del divieto ebraico e musulmano di cibarsi di carne di maiale. Risparmiare l’animale però è stato possibile solo con l’avvento di una società più ricca, periodo che corrisponde a quello descritto nell’Odissea. Sembra che la pratica dei sacrifici umani nascesse come esigenza alimentare: un membro della comunità veniva sacrificato per permettere agli altri di nutrirsi in periodi di carestia. Lo stesso avveniva con i sacrifici animali: l’animale veniva ucciso allo scopo di cibarsene.

Gli animali uccisi e mutilati non vengono mangiati, è forse questo l’aspetto paradossale del fenomeno. Si tratta però soprattutto di animali da allevamento, allevati cioè al preciso scopo di avere carne. Il moderno concetto di sacrificio, per cui la vittima non viene mangiata, nasce in epoca piuttosto recente, e per la prima volta comprende un doppio sacrificio, quello della vittima e quello del sacerdote che si priva del cibo per offrirlo agli dei.

Mucche e maiali, cioè le vittime della maggior parte dei casi di mutilazione di bestiame, sono accumunati dal divieto di essere mangiati presso popoli diversi: gli indiani non mangiano le mucche ed ebrei e musulmani non mangiano maiali; e dal legame con l’uomo: i compagni di Ulisse si trasformano in maiali, mentre presso i buddhisti l’ultima incarnazione avviene in una mucca. Il divieto di mangiare questi animali avviene dunque per la somiglianza con l’uomo: l’uomo diventerà una mucca, la carne umana è simile a quella del maiale.

Inoltre nelle mutilazioni animali si conserva qualcosa di rituale presente nell’islam per l’uccisione delle prede: gli animali vengono dissanguati; ma in questo caso poi non vengono mangiati. La stessa perizia con cui vengono fatte le mutilazioni esclude che l’animale venga mangiato: un predatore non lascerebbe la carne così integra, e la cauterizzazione delle ferite prevede che l’autore usi uno strumento, e dunque abbia un pollice opponibile. Dato il rapporto con il mito e le religioni non può che trattarsi di un fenomeno umano, collegato al culto, cioè un vero e proprio sacrificio in senso moderno.