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segno/simbolo logo/ufo

La distinzione tra segno e simbolo è tra le più antiche della filosofia: il segno, una lettera dell’alfabeto, un numero, un’iconografia tipica, sta al posto di un’entità reale, mentre il simbolo è quella cosa, la significa direttamente e non mediatamente. Come si pone l’ufo in questa dicotomia? Jung porrebbe l’ufo più vicino al simbolo, o meglio all’archetipo, cioè una realtà psicologica inconscia particolarmente significante. Adorno potrebbe sostenere che l’ufo sia un non-identico e in quanto tale avere un “di più” che trascende il senso immediatamente rilevabile. Anche il logo ( la marca, il nome di un prodotto ) per aver successo deve rimandare a qualcos’altro: una pubblicità funziona quando non compro semplicemente un modello di automobile ma quando insieme ad essa compro prestigio, virilità, dominio ecc, insieme al profumo compro fascino, sex-appeal e così via. L’invenzione del logo aggiunge dunque qualcosa sia al segno che al simbolo, perché rimanda a delle caratteristiche che non sono le proprie dell’oggetto: un segno, come una lettera alfabetica, non ha virilità, un simbolo, per esempio un campanile, è fallico ma non dà maggior erotismo a chi lo sogna. Il logo può rimandare ad altre caratteristiche solo riuscendo a convincere di possederle. Il modo più facile per raggiungere questo obiettivo è lo slogan: loghi e marche si servono di slogan immagini e pubblicità per ottenere un rinforzo positivo a quello che vogliono dimostrare di avere e di poter dare al possessore dell’oggetto. Inoltre il logo dev’essere immediatamente riconoscibile: quando vedo un logo devo sapere che è quello di una marca, che è proprio quella marca. Chi indossa la maglia di una determinata marca sta facendo pubblicità della marca e allo stesso tempo sta dicendo a tutti che anche lui è parte della comunità dei consumatori, delle persone alla moda, delle persone -logo. La moda funziona perché quello che si compra nell’accessorio o nel capo di vestiario è l’entrare a far parte di un gruppo sociale. Il logo elimina l’individualismo e da in cambio la riconoscibilità. Al contrario del logo la caratteristica dell’ufo è invece proprio quella di rimanere in un certo senso sempre anonimo, l’ufo archetipo di Jung ha un significato psicologico non immediatamente riconoscibile, l’ufo non-identico adorniano non può invece risolversi in nessuna concettualizzazione. Ma anche l’ufo come oggetto volante è sempre e sopratutto non identificato. I vari tentativi di applicare l’ufo alla pubblicità o agli slogan sono rimasti per lo più sterili ( riuscendo solo nel cinema e nell’industria culturale ), questo significa che l’ufo non è pubblicizzabile. Nell’era della globalizzazione culturale del prodotto e dell’immagine di sé, dove il logo si fa portavoce delle caratteristiche di chi indossa la certa maglietta e beve la determinata bibita, l’ufo è una delle migliori bandiere dell’individualismo.