le mutilazioni animali e il divieto di essere mangiati

Il fenomeno delle mutilazioni di bestiame compare per la prima volta negli USA negli anni ’60, e sempre in America sono registrati la maggior parte dei casi. Caratteristiche del fenomeno sono le incisioni fatte con perizia chirurgica, le ferite cauterizzate, l’asportazione di organi precisi ( viso, genitali ) e la mancanza di sangue. Tutto questo esclude che i responsabili possano essere predatori naturali o persone qualsiasi, e poiché l’assenza di sangue sulle vittime e sul terreno circostante ha fatto supporre  che le operazioni vengano fatte in un luogo diverso da quello del ritrovamento sono stati chiamati in causa alieni e satanisti. Inoltre alcuni cadaveri sono stati trovati con fratture che hanno fatto pensare che potessero essere stati lanciati dall’alto, quindi da un elicottero o da ufo. Vittime di queste atrocità sono soprattutto mucche e altri animali da allevamento, solo una minima parte è costituita da cani gatti o animali selvatici ( c’è del resto anche chi ha parlato di mutilazioni umane ), sono documentati diversi casi di intere mandrie sterminate in una sola volta, senza che mai l’allevatore se ne accorgesse.

L’ufologa Linda Howe sostiene: “Ho esaminato casi di persone che vivono in ranches e fattorie negli Stati Uniti e che dicono di aver visto piccole creature con grandi occhi e pelle grigia portare via i loro animali.” Secondo l’ufologa c’è una diretta corrispondenza tra i rapimenti umani e le mutilazioni di bestiame: entrambi questi fenomeni riguardano esseri in età fertile, agli animali spesso sono asportati gli organi sessuali mentre i protagonisti di rapimenti affermano di aver avuto rapporti sessuali a bordo delle astronavi; il filo conduttore appare quello del DNA. Gli animali stessi sarebbero rapiti e poi lasciati in un posto diverso da quello del prelievo, come spesso succede a molti umani.

La mia personalissima idea è che molti di questi resoconti di rapimenti abbiamo origine psichica mentre le mutilazioni di animali siano opera di persone che meriterebbero il carcere, qualsiasi sia il motivo per cui lo fanno. Cercherò di dimostrare che tale pratica abominevole non ha nulla a che vedere con il fenomeno ufo, e per farlo mi avvarrò della mitologia/religione di culture tra loro molto differenti, cercando di sostenere la derivazione umana/rituale delle mutilazioni.

Anzitutto partiamo dal motivo che secondo Linda Howe sta dietro al fenomeno: il bisogno di procurarsi del DNA. Una cultura scientificamente avanzata, in grado di fare asportazioni chirurgiche e di gettare i cadaveri da una postazione elevata ( un’astronave ) non avrebbe bisogno di asportare né altre parti del corpo, né i genitali né di dissanguare la vittima per procurarsi il DNA. Però una connessione c’è, e secondo me riguarda l’aspetto ‘identitario’: i genitali sono la parte attraverso cui si passa il proprio patrimonio genetico alla prole, mentre il viso/muso è la parte che permette il riconoscimento immediato del singolo. Asportare queste zone del corpo equivale semmai quindi a negare l’identità, non a volersi appropriare del patrimonio genetico. Perché allora negare l’identità? Una risposta potrebbe trovarsi nel secondo libro più antico, l’Odissea, come simbolo della negazione della metamorfosi uomo-animale.

L’Odissea narra questa metamorfosi nell’episodio di Circe che trasforma i compagni di Ulisse in maiali, cioè in mansuete bestie da allevamento, ma non vengono mangiati, Circe li risparmia solo dopo aver dormito con Ulisse. Adorno commenta questo episodio sostenendo che alla base della trasformazione c’è il rifiuto per il cannibalismo/sacrificio dato che il sapore della carne umana è molto simile a quello della carne di maiale. Secondo alcuni la somiglianza tra questi sapori è anche all’origine del divieto ebraico e musulmano di cibarsi di carne di maiale. Risparmiare l’animale però è stato possibile solo con l’avvento di una società più ricca, periodo che corrisponde a quello descritto nell’Odissea. Sembra che la pratica dei sacrifici umani nascesse come esigenza alimentare: un membro della comunità veniva sacrificato per permettere agli altri di nutrirsi in periodi di carestia. Lo stesso avveniva con i sacrifici animali: l’animale veniva ucciso allo scopo di cibarsene.

Gli animali uccisi e mutilati non vengono mangiati, è forse questo l’aspetto paradossale del fenomeno. Si tratta però soprattutto di animali da allevamento, allevati cioè al preciso scopo di avere carne. Il moderno concetto di sacrificio, per cui la vittima non viene mangiata, nasce in epoca piuttosto recente, e per la prima volta comprende un doppio sacrificio, quello della vittima e quello del sacerdote che si priva del cibo per offrirlo agli dei.

Mucche e maiali, cioè le vittime della maggior parte dei casi di mutilazione di bestiame, sono accumunati dal divieto di essere mangiati presso popoli diversi: gli indiani non mangiano le mucche ed ebrei e musulmani non mangiano maiali; e dal legame con l’uomo: i compagni di Ulisse si trasformano in maiali, mentre presso i buddhisti l’ultima incarnazione avviene in una mucca. Il divieto di mangiare questi animali avviene dunque per la somiglianza con l’uomo: l’uomo diventerà una mucca, la carne umana è simile a quella del maiale.

Inoltre nelle mutilazioni animali si conserva qualcosa di rituale presente nell’islam per l’uccisione delle prede: gli animali vengono dissanguati; ma in questo caso poi non vengono mangiati. La stessa perizia con cui vengono fatte le mutilazioni esclude che l’animale venga mangiato: un predatore non lascerebbe la carne così integra, e la cauterizzazione delle ferite prevede che l’autore usi uno strumento, e dunque abbia un pollice opponibile. Dato il rapporto con il mito e le religioni non può che trattarsi di un fenomeno umano, collegato al culto, cioè un vero e proprio sacrificio in senso moderno.

 


Omero e la paura di essere mangiati

Nell’Odissea il viaggio dello scaltro Ulisse è quello del soggetto che si deve costituire, ma per farlo deve sconfiggere con l’astuzia e con la razionalità le oscure forze mitiche. Propiziatori sono i molti sacrifici di animali fatti agli dei: l’animale viene ucciso e poi mangiato da Ulisse e compagni ( il “sacrificio” si è mantenuto nella festa religiosa e non: l’agnello pasquale, la torta di compleanno, il tacchino del ringraziamento, l’ostia, simbolo del sacrificio dell’uomo-dio ). Il ruolo del cibo nell’Odissea è straordinario: i Proci banchettano per anni a casa di Ulisse, i compagni mangiano i buoi di Iperione scatenandone l’ira, mangiare il loto porta alla dimenticanza e ancora il cibo è alla base del rituale dell’ospitalità. Di contro molti dei mostri che Ulisse incontra nel suo viaggio si cibano di uomini: Polifemo, Scilla, i lestrigoni; anzi, il tormentoso viaggio verso Itaca durato 10 anni è dovuto proprio al fatto di essere riuscito a sfuggire alla fame del ciclope, da lui accecato. Da quando i monoteismi ci hanno abituati ad aspettarci la divinità nel cielo invece che sul monte Olimpo anche la paura di essere mangiati si è spostata. Il telefilm Visitors degli anni 80 ha sapientemente raccolto questa paura, quella di essere null’altro che animali che possono essere allevati e mangiati. Ma da chi? Da chi agisce con più razionalità ed è dotato di maggiori forze rispetto a noi: gli alieni. Lo spostamento non è solo di attesa ma anche semantico: i mostri che si cibavano di uomini ( da mostrum: fatto strano ) sono diventati gli alieni ( da alienus: altro, diverso ). Il telefilm Visitors rovescia così la questione preda-predatore e pone l’uomo, diversamente da quanto aveva fatto Omero, non più al vertice della razionalità, della forza e della catena alimentare. La Terra, secondo il telefilm sarebbe stata popolata dagli umani solo quando i viaggiatori intergalattici vi hanno messo i nostri progenitori, aspettando che si riproducessero per avere un luogo da cui attingere le riserve di cibo durante il viaggio di ritorno. Non fantasia, ma solo orrore mitico e pratica comune tra i navigatori umani dei tempi passati. Quello che ci aspettiamo possano fare gli alieni l’abbiamo sempre fatto come specie.


il male: V, procreazione e divieto biblico

V, ufologicamente parlando, rappresenta il male. Il telefilm V, remake versione 2009 del precedente Visitors, riesce a condensare tutti gli stereotipi negativi riguardo all’alieno, e lo fa già a partire dal titolo. V sta per Visitors, ma anche ( almeno nella versione italiana ) per Vittoria, la vittoria che l’esiguo gruppo di ribelli chiamato Quinta Colonna, chiede contro i malVagi inVasori del cielo, e naturalmente rimanda ad un altro film, il V per Vendetta, senza il quale il titolo del telefilm non sarebbe stato di altrettanto immediato impatto. Il gruppo di umani ribelli che diffidano delle intenzioni degli alieni è formato da un ricercato, un prete, una poliziotta preoccupata per il figlio innamorato di una visitor, un visitor innamorato di un’umana, a cui si aggiungeranno nel corso delle puntate un giovane scienziato ed un giornalista raggirato dai visitors stessi. Ma soprattutto a loro si aggiunge lo spettatore, l’unico che grazie alle sequenze del telefilm riesce a smascherare la facciata buonista dei visitors per arrivare a tutta la Verità sui visitors, anticipando addirittura le scoperte dei ribelli. Il resto dell’umanità è invece persuaso della bontà degli alieni e del loro motto dal sapore cristiano “veniamo in pace, sempre”: agli uomini infatti essi si mostrano con fisionomie sorridenti e tipicamente americane, sbandierando nomi altrettanto americani, cosicché sulle prime è difficile credere che si tratti davvero di alieni. All’apparenza in più degli uomini hanno solo intenti assolutamente pacifici ed una tecnologia in grado di curare qualsiasi malattia. Ma sotto alla pelle umana si nasconde ovviamente lo stereotipo del Viscido lucertolone Verde, l’icona dell’alieno basata sul primordiale disgusto per i rettili, che in fin dei conti è stato codificato dal testo biblico nella figura del serpente. Quindi V è anche biblicamente parlando il male. La coda del visitor è lo stesso del corpo del serpente, ed il serpente è a sua volta un simbolo fallico, cosicché se per la psicologia il vero significato del divieto biblico è la promiscuità, questa viene ribadita nel telefilm: i visitors mirano a unirsi con gli umani al fine di creare una razza ibrida umana-aliena, e poi sostituirsi all’uomo. Il tema dell’ibrido umano-alieno era anche uno dei temi fondamentali di X-files, nonché, secondo un numero impressionante di false testimonianze ( guarda caso, tutte riportate da maschi ) lo scopo ultimo di moltissimi rapimenti. Secondo queste testimonianze i rapiti venivano portati a bordo di astronavi per essere sedotti da bellissime aliene bisognose del loro sperma. Le bellissime aliene, così come le aliene di V si mostrano però non nel loro aspetto normale di lucertola-rettiliana, bensì con fisionomie umane. V, X-files, la Bibbia e queste testimonianze sono tutti esempi di una paura che meriterebbe di essere analizzata più a fondo, e che secondo me può risalire al fatto che il proprio seme ( e viceversa i propri ovuli ) nell’atto sessuale si mischi ai geni del partner, per creare qualcosa di diverso da sé, qualcosa, o meglio un altro essere umano – il figlio – che è e non è il genitore. La paura dello smarrimento della propria identità che avviene nell’amplesso e poi nella procreazione è la paura dell’identificazione del sé in un altro. Ovvero la paura dell’altro alla base di tutti i razzismi e gli specismi, “altro” che nell’epoca della globalizzazione non è più lo straniero bensì l’alieno. Questa paura si fa ancora più forte se l’alieno, come in V, è in tutto e per tutto uguale agli umani. Diviene così la paura di essere simili all’altro, o ancora peggio, di non poter più distinguere “noi” dagli altri. I visitors sono infatti sul nostro pianeta da decenni, e non c’è nessun modo ( tranne quello di scuoiarli ) per distinguerli da noi. Anzi possono mischiarsi a noi, procreare con noi. Il nostro seme può essere usato per creare non solo un nuovo individuo ma anche una nuova razza. Il vero scopo dell’arrivo degli alieni è infatti niente di meno che mischiarsi a noi, ingravidare le nostre donne ( o meglio, usare il seme dei nostri mariti ) e sostituirsi a noi nel comandare la Terra. Dietro a ciò si nasconde dunque la paura della promiscuità, la paura tipicamente maschile di essere “becchi”, la paura che non sia nostro il figlio che porta in grembo nostra moglie, che sia il figlio di un altro. La parte di identità che il genitore smarrisce al momento del concepimento viene totalmente annullata quando non può riconoscersi nel proprio figlio. E se il figlio non è nostro ( il padre difficilmente può averne la certezza ) divine così il massimamente altro da sé, cosa che scatena una paura ancora più grande, quella che il figlio risponda alla legge edipica uccidendo il proprio genitore; cosa che infatti avverrà in più di un caso all’interno del telefilm. In V la preparazione all’ibridazione ( oltre che con esperimenti genetici ) avviene attraverso una pioggia rossa. Il cielo per quattro giorni diventa completamente rosso, prima di sciogliersi in questa “pioggia fertile”, rimandando al cielo rosso del libro dell’Apocalisse. Mi sembra interessante notare alcuni aspetti di questo telefilm: primo, il capo dei visitors è una donna, la bella e fredda Anna, l’ape regina della navicella spaziale, l’unica fertile. Sarebbe stato quantomeno ridicolo e anacronistico se il ruolo di fertilità ( e dunque di re ) fosse toccato ad un maschio, pronto a cospargere il pianeta di sperma; mentre una figura femminile come Anna può ad un tempo esaudire i presupposti di ammaliatrice e di subdola doppiogiochista di cui accusata da secoli la donna, oltre che rimandare meglio all’animalità per il suo rapporto con le regine-madri che si trovano in alcune specie di insetti. Infine, senza questo presupposto non si sarebbe rispettata l’istintiva analogia con Eva, colei che seducendo l’uomo ha condannato l’umanità al peccato e dunque alla morte. Secondo, i visitors non hanno ancora invaso la Terra, ma se ne stanno sospesi nelle loro navi spaziali sui nostri cieli, sono dunque posizionati esattamente lì dove ci aspettiamo che gli alieni arrivino. Solo così possono essere ancora “l’altro”, non ci sarebbe stato se no nessun modo per distinguerli da noi. Il capo del gruppo di ribelli è a sua volta una donna, anche lei come Anna è una madre, ma è soprattutto una donna con la pistola, dato che si tratta di una poliziotta. Anche la pistola ( come il serpente, dunque come Anna la regina dei visitors ) è un simbolo fallico, il che è perfettamente coerente con il personaggio: la protagonista è divorziata e vive da sola con il figlio, può in questo modo vivere una breve e tormentata storia d’amore con un altro uomo. Non a caso si scoprirà che il figlio della protagonista non è del tutto figlio del suo ex marito, in quanto è stato manipolato geneticamente dai visitors prima della nascita. Non solo, il ragazzo si innamorerà presto di una visitor, niente di meno che della figlia di Anna, che sta per entrare proprio nella sua fase fertile. Il cerchio si chiude. I visitors sotto alla pelle umana e sotto alla pelle di serpente hanno una pelle umana, la pelle di Eva e di Adamo. Eva nasce da una costola di Adamo, è quindi parte di lui pur non essendo lui, ed in quanto è la prima donna costituisce un’altra specie rispetto a quella precedente ( cioè Dio ). Come i nostri progenitori i visitors mirano semplicemente ad andare su un pianeta e riprodursi ( “andate e moltiplicatevi” dice la Bibbia ) per creare una nuova razza ibrida. Forse è proprio per la storpiatura del codice biblico e per l’analogia col serpente che V ha fatto tutta questa presa sull’immaginario, contribuendo purtroppo a diffondere gli stereotipi del male anche sull’idea dell’alieno. Detto per inciso, non credo che le analogie col cristianesimo fossero volute, mentre l’incarnazione del male nell’alieno era di certo ricercata. Il vecchio telefilm Visitors ha condensato tutti gli stereotipi negativi dell’alieno già codificati da decenni di industria culturale, V li ha resi attuali e assorbibili dal pubblico del 2012. Spero semplicemente di aver convinto il lettore a Vomitare su questo telefilm. Il finale del resto è d’obbligo: vince il male, vincono i visitors. Il figlio della protagonista muore sotto lo sguardo impotente della fidanzata, il fidanzato della protagonista si dissolve e pure il giornalista viene catturato, il visitor buono è ucciso dalla sua stessa figlia ( ci sono del resto altri matricidi nel corso delle puntate ). Sarà anzi lei, la patricida, l’ibrida umana-aliena ad aiutare Anna a soggiogare tutta l’umanità con il controllo mentale. L’ultima scena è forse la più “anticristiana” del telefilm: il prete ribelle, che poco prima aveva detto che ogni volta che guardava in cielo non vedeva Dio bensì i visitors, viene trovato dalla protagonista con lo sguardo perduto verso l’alto, completamente controllato dal potere mentale dell’ibrida-visitor.


la testimonianza di Sirio

Qui di seguito le parole di Sirio

Ora passiamo all’UFO che ho visto: era all’incirca questo periodo dell’anno, nel 1993, stavo osservando i pianeti e le stelle con un cannocchiale, puntando su una zona buia nella mia visuale entra quest’oggetto, ad alta velocità, rallenta di colpo, e poi fa un movimento circolare e svanisce. Il tutto è durato solo pochi secondi, secondo me, utilizzando il linguaggio dei
MIR, era un’astronave dell’Alien Nation, perché non si voleva far vedere, ed è sparito dalla mia visuale perché a bordo aveva dei sensori che rilevavano che la loro nave era sotto osservazione.
Bè, questo é il disegno che ho fatto con paint, come vedi, non è la classica forma di UFO, ma in base a ricerche che ho fatto all’epoca, ho scoperto che oggetti del genere già sono stati visti.


democrazia

Detta in termini anche troppo semplicistici, la democrazia ( mi riferisco ovviamente al modello occidentale e italiano, facendo dei fatti una teoria ) è quella forma di governo in cui le persone ritenute capaci di intendere e volere ( es: maggiorenni ) scelgono i loro rappresentanti politici. Questa scelta è ovviamente e giustamente motivata da affinità intellettuali/emotive su temi politici sociali etici ecc. Il problema della democrazia è che le persone che andranno al governo spesso risultano proprio per questo non essere i più esperti in un campo: il ministro dell’agricoltura può non essere un contadino, il ministro dei beni culturali può non avere una laurea in storia dell’arte. Questo è dovuto al fatto che: il popolo stesso può non avere le competenze per capire chi è più adatto a gestire l’agricoltura e i beni culturali, e che i ministri vengono scelti dal presidente dei ministri in base a criteri emotivi/politici relazioni personali di vario genere, e che può lui stesso non avere le competenze per capire chi è più adatto a quel ruolo.

A questa forma di governo si contrappone quella elaborata in Grecia: il governo dei sapienti ( per altro, forma di governo più teorica che realizzata nella pratica, per i motivi espressi sopra ).

Ciononostante senatori deputati e più ancora i ministri vengono scambiati per esperti. I motivi sono semplici: ci si aspetta che quelle persone abbiano le competenze necessarie a svolgere quel ruolo ( e se noi non abbiamo le competenze per valutarlo, prendiamo come dato di fatto che loro ne sappiano più di noi ); il popolo spesso ha davvero una cultura media inferiore rispetto a quella dei suoi governanti; l’autorità politica che queste persone guadagnano trapassa agli occhi dei cittadini in autorevolezza.

Le forme in cui il popolo può esprimere in autonomia le proprie idee sono essenzialmente petizione e referendum, ma queste hanno valore solo qualora sia una netta maggioranza della popolazione a pensarla in un certo modo. Poiché il governo è eletto dalla maggioranza, ci si aspetta che sappia già prevedere quello che il popolo vuole, ed ecco perché le petizioni finiscono spesso per essere ignorate e di fatto la maggioranza dei referendum sono abrogativi ( sebbene l’abrogazione possa in questo caso essere giustificata come un cambiamento di idea ).

Recentemente il popolo americano ha espresso tramite una petizione la volontà di conoscere tutto quello che il governo sa a proposito di ufo e alieni. Una petizione di tal genere nasce solo laddove il popolo ritiene che ci sia una discrepanza tra il suo volere e quello che il governo ha stabilito. Ma nasce anche dal fatto che il popolo ha scambiato i propri governanti per esperti di ufologia o per detentori della verità.

La risposta data dal governo –data tramite la persona di Larson- non ha fatto che dimostrare tale discrepanza. Chi domanda “cosa sapete degli ufo” probabilmente ritiene che se ne possa sapere qualcosa, qualcosa di positivo, ovvero crede nell’esistenza degli ufo; e presume che qualcuno –un esperto- sappia qualcosa, qualcosa di positivo. La risposta invece è stata: “non ne sappiamo niente”.

Se questa stessa domanda fosse stata fatta invece che in un governo democratico come quello attuale degli Stati Uniti in un governo retto dai sapienti della Grecia antica, ci sarebbe stata subito una risposta, anzi, non sarebbe stato necessario formulare la domanda poiché la struttura politica che esisteva in Grecia prevedeva che tutte le persone in grado di intendere e volere ( ovvero i cittadini nati liberi, maggiorenni e spesso di sesso maschile ) intendessero e sapessero. ( Per dovere di cronaca non mi risulta che i greci ragionassero attorno all’ufologia com’è oggi intesa ). Se questa domanda fosse stata posta ad un centro qualsiasi di ufologia la risposta avrebbe avuto un esito complesso ed articolato, in quanto sarebbe stata offerta dagli esperti del settore.

Una richiesta democratica di sapere, una petizione, come questa, non può in ogni caso avere un esito positivo in un sistema democratico in quanto il governo attua le proprie scelte non secondo i criteri del sapere ( come in una sophocrazia ) ma secondo criteri di affinità politica/etica/sociale, secondo criteri che guardano più al mantenimento della maggioranza e del proprio elettorato più che ad una petizione la quale, appunto, spesso è fatta per rispondere a quella che il popolo sente come una lacuna nei confronti delle operazioni del governo. Il recente caso italiano della vittoria di 4 referendum abrogativi su temi ecologico/morali è un esempio di come le iniziative di democrazia popolare spesso siano in conflitto con l’opinione dei governanti, pertanto rispondere positivamente ad una petizione equivale in qualche modo a prendere decisioni politiche della parte opposta o di una minoranza. Ed infine, secondo criteri di rispettabilità. Pur essendo molte le persone che hanno sottoscritto tale petizione, esse sono comunque una minoranza. La maggioranza ( e la maggioranza che il governo deve rappresentare ) non vuole sapere nulla degli ufo, e probabilmente perché è già certa che il governo ( scambiato per esperto ) non ha nulla da dire, e soprattutto perché è già certa che gli ufo non esistono. Davanti ad una maggioranza siffatta una risposta positiva come “gli ufo esistono, abbiamo prove documentate” equivale ad una perdita di credibilità, ad un mettersi dalla parte della minoranza.

 

A questo proposito è interessante notare come la notizia della petizione e della relativa risposta venga riportata in Italia. Una delle pagine più lette è questa: http://www.leggo.it/articolo.php?id=147156 il cui titolo è “Gli UFO non esistono. Parola della Casa Bianca”.

L’analisi di questo testo risulta davvero interessante. Iniziamo dal titolo, che a lettere cubitali afferma il fatto che gli ufo non esistono, e poi, per aggiungere credibilità, dice che ad affermarlo è la Casa Bianca, ovvero il governo dello Stato attualmente più influente, dunque lo stato più importante. Se lo dice l’America, sarà vero, non è come se lo dicesse uno scettico qualunque. Il tono dell’articolo è piuttosto allegro-ironico, segno che l’autore fa parte di quella maggioranza che non crede negli ufo, e che in/per questo è implicitamente d’accordo col governo. La frase con cui l’articolo si apre mette subito in relazione gli ufo non solo con gli alieni, ma anche con i marziani, segno di uno scetticismo e di una tendenza a ridicolizzare il fenomeno; ma ancora peggio, le persone che hanno sottoscritto la petizione vengono chiamate fan di ET, come se l’ufologia, o la richiesta del sapere, avesse davvero qualcosa a che fare con un film. Di ET in effetti parla anche Larson stesso, autore della risposta da parte del governo, ammettendo che lo stanno cercando ma che ancora non l’hanno trovato; per poi tornare a toni più seri e scientifici. Notiamo qui l’accostamento tra ufologia/ET=film=baggianata e quello scienza=ricerca seria ( seri si fanno anche i toni di Larson ), statistica. La statistica però, ricordo, non è ancora scienza, ed è ancora più lontana dall’essere verità.

La piega peggiore dell’articolo viene presa però con le precisazioni storiografiche sottostanti, nel paragrafo intitolato FILM E FUMETTI. In effetti proprio della storia di film e fumetti si parla, invece che della storia degli avvistamenti e dei contatti di vario genere. ( qui l’ufologia viene descritta come una pseudo scienza, vorrei precisare che l’ufologia radicale non vuole però aver nulla a che fare con la scienza )

Per rendere più semplice la comprensione del testo applicherò commenti sottolineati a citazioni dirette dell’articolo.

“questo popolo di fan fan di ET, come lui, e non noi, ci ha definiti. Fan è ovviamente una parola derivata dal lessico cinematografico, che da una parte vuole sottolineare come gli appassionati di ufologia siano dei creduloni che se ne stanno tutto il giorno a guardare film, e che dal lato dell’ufologia radicale invece rimarca come sia stata l’industria cinematografica a forgiare un’idea sbagliata del fenomeno ufo, soprattutto in America, ma anche in giro nel mondo, hanno cominciato a scrutare il cielo per filmare comete e asteroidi, che invece, nella loro fantasia, erano dischi volanti, guidati da misteriosi extraterrestri. Vorrei far notare le parole fantasia e misteriosi, nonché la sicurezza sminuente con cui sono pronunciate. All’epoca non c’era ancora Youtube altro canale di diffusione ritenuto poco serio, tuttavia nel corso dei decenni gli appassionati di questo tipo di avvistamenti misteriosi sono aumentati a dismisura, complice anche una prolifica industria letteraria di successo fatta di, libri, fumetti, ma soprattutto film e serie tv. Ammissione della responsabilità dell’industria culturale nel forgiare l’immagine comune ( l’immagine che ne ha la maggioranza ) degli ufo, totale noncuranza degli avvistamenti singoli e personali. E in tanti, più o meno in buona fede, hanno cominciato a spargere teorie complottiste, secondo cui i grandi della Terra, consapevoli dell’invasione imminente, avrebbero deciso di tenere il popolo all’oscuro di tutto. secondo altre teorie, forse complottiste, sono stati i grandi della Terra a spargere queste teorie complottiste. Questa frase in ogni caso sembra il biasimevole riassunto di una puntata di X-files. Farneticazioni folli di cui il web è pieno. Chi crede nell’ufologia, sta farneticando. Ma dietro queste illusioni da ciarlatani chi crede nell’ufologia è un ciarlatano, e non può essere che così dato che gli ufo non esistono, è cresciuta una passione vera, una voglia di sognare. Parziale riabilitazione al fine di non offendere troppo chi ci crede. E dall’originale Ufo, s’è passati al tenero ET di Spielberg o il minaccioso Alien di Ridley Scott. Ancora una volta una spiegazione in termini hollywoodiani, e non l’ammissione che qualcuno possa realmente aver visto o aver avuto al di la dello schermo. Film, più o meno riusciti, ma sempre capaci di dare libero sfogo a un bisogno innato nell’uomo, da sempre, quello di spiegarsi l’inspiegabile, il soprannaturale, di sognare e sperare di non essere solo nello spazio, di avere lontano nel cielo degli esseri viventi capaci di provare emozioni, di vivere come noi. Questa, secondo molti filosofi e secondo una parte dell’opinione comune, sarebbe in effetti l’origine di Dio ( e delle divinità in generale ). Dei fratelli maggiori, magari, superintelligenti, in possesso di una tecnologia superiore, in grado di salvare il nostro pianeta Terra e magari ospitarci a casa loro, in un mondo fantastico, non ancora corrotto dalle miserie umane. Desiderio indotto dai film. Umano troppo umano.  Un sogno che nessun esperto della Casa Bianca riuscirà mai a spezzare.” Conclusione simil positiva-poetica: chi ama sognare se ne frega se un’autorità sa che non è vero.


la testimonianza di I

A febbraio ho conosciuto I. I abita in Italia da qualche anno ma è nato in Inghilterra, e precisamente in un paesino a 5 miglia da Avebury. Avebury è una località del sud dell’Inghilterra nota per il suo legame col misticismo fin dai tempi più remoti. Si trovano tumuli tombali una collina artificiale a gradoni del 2600 a.c. circa, e il nucleo abitato stesso è all’interno di un grande cerchio di pietre. Come Stonehenge e tutta la regione, la zona intorno Avebury ogni estate è interessata dalla comparsa di diversi cerchi nel grano. Ho chiesto ad I se gli fosse mai capitato di vedere un cerchio nel grano, lui mi ha risposto alzando le spalle e dicendomi che quando era ragazzo prendeva la bicicletta e andava spesso col padre o con gli amici a vedere i nuovi cerchi. I sembrava un po’ stupito delle mie domande e mi rispondeva senza entrare troppo nei dettagli, sottolineando come dalle sue parti fosse un fenomeno ricorrente e piuttosto comune, andare a vedere un croop circle in bicicletta è un po’ come andare a giocare con la neve per un ragazzino italiano. Mi ha detto di aver visto luci nel cielo moltissime volte, sia vicino che lontano dai cerchi, continuando a ripetere che tutti in quella zona vedono ufo molto più di una volta. Quando gli ho chiesto secondo lui cosa potessero essere quei cerchi e quelle luci la sua risposta è stata semplicemente “aliens”


primato della rappresentazione

“Nessuna scienza propriamente detta ( nessun sistema di conoscenza diretto dal principio di ragion sufficiente ) può raggiungere un risultato finale, né dare una spiegazione interamente soddisfacente; e ciò perché la scienza non può cogliere l’intima essenza del mondo, non può oltrepassare la rappresentazione”. Per Schopenhauer la scienza non riesce a dire la verità sul mondo perché non coglie il lato soggettivo né arriva a quello più essenziale. E l’ufologia radicale non può che essere d’accordo: la scienza ci sembra il più grosso cumulo di aria fritta coerente, soprattutto dopo il methodenstreit, un modo di sondare deduttivamente la realtà che pare l’esatto contrario dell’approccio dell’ufologia radicale. Nelle prime pagine del Mondo come volontà e rappresentazione Schopenhauer sembra dare il primato al soggetto percepente ( che percepisce la rappresentazione, quindi l’osservatore ) d’altro lato la sua critica alla scienza sembra però voler ristabilire quello che Adorno chiamava il primato dell’oggetto: l’oggetto ha un valore che non può essere limitato dalla percezione che ne ha il soggetto. Ufologicamente parlando, l’ufo, l’oggetto volante, non si riduce a quello che una persona vede, sia esso uno scienziato o un tizio che lo scambia per un aereo, ma rimane comunque non identificato, non identico a ciò che l’uomo pensa che sia. Per tornare a Schopenhauer, l’ufo è una cosa in sé, al di là del modo in cui viene percepito ed identificato. Ciò significa che per Schopenhauer il primato non va né all’oggetto né al soggetto, bensì alla rappresentazione. “Il mondo oggettivo, il mondo come rappresentazione, non è l’unico aspetto dell’universo; né è per così dire, la sola faccia esteriore” dietro alla quale sta la cosa in sé. L’uomo però non può vedere la cosa in sé, ma solo il modo in cui la cosa si mostra: non vedo l’ufo in sé, ma vedo il modo in cui l’ufo si mostra. Una differenza sottile, ma essenziale, soprattutto se confrontiamo il modo in cui le cose ( e gli ufo ) si mostrano e il modo in cui l’uomo ci vuole mostrare l’ufo. Cosa ancora più importante se l’aspetto principale dell’ufo come l’uomo lo conosce è proprio il suo manifestarsi. In Schopenhauer il concetto di rappresentazione indica l’aspetto vero delle cose, poiché le rappresentazioni sono il modo con cui conosciamo e vediamo il reale. Ma la parola rappresentazione ha anche un secondo significato che si lega a ciò che è falso: rappresentazione teatrale, rappresentazione cinematografica ecc, nel mondo dell’industria culturale una rappresentazione è una finzione che deve essere fatta vedere, una messa in scena per degli spettatori, i quali sotto sotto devono credere che quella sia la realtà. Anzi, nel mondo contemporaneo il primato della rappresentazione ( inteso non nel senso di Schopenhauer ma come primato della rappresentabilità, della trasposizione cinematografica e dunque dell’osservazione-osservatore ) è ormai totale: tutto deve essere mostrato, ciò che non viene visto in tv o nel telegiornale potrebbe non essere vero, potrebbe non essere mai successo. Questo fa sì che su internet si trovino migliaia di filmati di pallini luminosi che vagano nel cielo, e che la gente creda a questi filmati così come crede nei Visitors. Vedere l’uno rafforza la possibilità di lasciarsi convincere a credere anche nell’altro. L’ufologia radicale ripropone il primato della rappresentazione come la intendeva Schopenhauer: vedere l’ufo è vedere il suo lato vero, pur sapendo che in esso c’è probabilmente qualcosa in più rispetto a quello che vediamo.


classificazione Hynek

La classificazione fatta da Hynek sugli avvistamenti ufo è talmente famosa che il “terzo tipo” è ormai un’icona della fantascienza da film di serie b.

La classificazione originaria di Hynek –riportata qui sotto- divideva gli incontri in 4 tipologie ( poi completate da Bloecher ):

·       incontro ravvicinato del I tipo: avvistamento di uno o più oggetti non identificati

·       incontro ravvicinato del II tipo: osservazione di un ufo e fenomeni fisici provenienti dall’ufo

·       incontro ravvicinato del III tipo: osservazione di esseri animati in associazione con un avvistamento di ufo

·       incontro ravvicinato del IV tipo: un essere umano viene rapito da un ufo o dai suoi occupanti.

Con questa classificazione Hynek ha cercato di rendere la plurisemanticità degli avvistamenti più vicina alla scienza ed al suo metodo d’indagine ( appunto, quello classificatorio ), nei fatti, ricondurre gli avvistamenti entro una categoria non può che essere una forzatura, e d’altra parte inserisce qualcosa di non umano all’interno di un sistema semantico umano. Sarebbe un po’ come attribuire una parola per ogni tipo di movimento della coda di un cane. Cani e uomini sono troppo diversi perché i rispettivi linguaggi possano essere vicendevolmente tradotti come accade per le lingue, nondimeno uomini e animali riescono a comprendersi facilmente, e lo fanno maggiormente quando entrano in empatia. Eppure emozione sensazione ed empatia sono proprio quello che agli occhi della gente trasforma la descrizione di un avvistamento in una baggianata.

Anche le altre classificazioni risultano parziali e stupide: omini verdi, pleiadiani, grigi, rettiliani, uomini falena eccetera sono le razze più famose di alieni, ma sono trattate come se nelle loro galassie ( zeta reticuli o le pleiadi ) non ci fossero altri tipi di alieni, o come se in fin dei conti gli altri contassero poco e fossero queste le razze dominanti, i re, gli unici che possono interessarci perché più sviluppati tecnologicamente, perché dominatori. L’uomo proietta nello spazio il rapporto uomo-animale che l’uomo ha con orgoglio inventato: l’uomo è il padrone della terra ( anzi, l’uomo americano e russo che ha esplorato lo spazio, l’uomo bianco ) e nel cielo cerca gli ambasciatori della razza che conta.  Questo modo di ragionare, implicito nella classificazione, oltre a paragonare l’uomo con l’alieno così evoluto da aver inventato i viaggi spaziali e glorificarsi di tale paragone, rispecchia la mentalità del diplomatico: la classificazione delle razze diventa un discorso politico.

Anche gli ufo vengono classificati in tipologie: basta scorrere un attimo su internet per trovare elenchi completi dei vari tipi di ufo. Una cosa sorprende però in questi disegni: sono tutti visti di fronte, e non dal basso, come ci si aspetterebbe. In questo caso è l’esigenza di visualizzare bene gli oggetti implicita nella loro catalogazione a tralasciare quelli visti di scorcio o a distorcerli nella rappresentazione. Senza tener conto del fatto che questi oggetti il più delle volte sono visti da lontano ed in movimento.


Ambasciata

Al di là del fatto che si può credere come non credere alle dichiarazioni del movimento raeliano, per il quale l’uomo è stato creato da scienziati extraterrestri chiamati Elohim, una delle iniziative di questo movimento merita senza dubbio di essere notata, per quanto assurda possa sembrare. Scopo dei raeliani “è quello di preparare un’ambasciata per accogliere ufficialmente il ritorno dei nostri creatori. Gli Elohim hanno espresso, con profondo rispetto, il desiderio di tornare e d’incontrarci. Ma poiché desiderano tornare solamente solo se la loro presenza fosse benaccetta, essi ci chiedono di dimostrare il nostro desiderio d’invitarli costruendo loro un’idonea ambasciata in previsione del loro arrivo.” Tale affermazione ( ripresa dal loro sito ufficiale ) stupisce per il fatto che chi si aspetta non è l’alieno in generale, ma il creatore, l’alieno buono e superiore ( idea che si ritrova tantissimo nell’ufologia delle baracche ).  Più avanti si accenna rapidamente ai vantaggi economici che il paese ospitante potrà ricevere dalla costruzione di una tale ambasciata sul suo territorio. “Secondo le istruzioni fornite dagli Elohim, essa deve essere costruita in un territorio neutrale a cui vengano garantiti i diritti di extraterritorialità anche per quanto riguarda lo spazio aereo. Realizzare questa ambasciata ed ottenere il rilascio delle necessarie garanzie per i diritti dei suoi ospiti, sarà la prova che l’umanità è pronta per un incontro ufficiale con i suoi creatori.” Al di là delle piccole cadute di stile sopra citate questa seconda affermazione risulta interessante per la propria vicinanza ad un’idea dei MIR. Come l’umanità dimostrerà di essere pronta ad accogliere gli alieni costruendo un’ambasciata, quando sulla Terra ci sarà l’armonia tra i popoli auspicata dai raeliani così secondo i MIR solo in simili condizioni di pace e comprensione si può essere diffuso il viaggio intergalattico tra gli alieni che ci vengono a visitare, e dunque, se l’uomo vuole accogliere gli alieni o sperimentare meglio il viaggio nello spazio deve prima abbandonare i continui conflitti tra le razze. Questo è dimostrato dal fatto che è stata proprio l’ostilità tra America e Russia a spegnere ogni sogno dell’uomo nello spazio nel finto allunaggio che ha messo fine al desiderio di esplorare la luna approntandosi un falso vincitore. Forse, se America e Russia avessero collaborato l’allunaggio sarebbe stato vero. Raeliani e MIR pongono entrambi l’attenzione sulla tecnologia: una civiltà tecnologica, che riesce a creare la vita sulla Terra o che scopre il volo intergalattico  è una civiltà etica armonica e morale. Altrimenti la tecnologia sarebbe stata utilizzata per ben altri e meno nobili scopi ( e visto che nessun alieno ci ha ancora invaso potrebbe esser vero… ). Si può accettare l’altro, l’alieno come completamente altro, solo se si ha accettato la diversità del vicino.


contro l’assassinio degli animali per un’ufologia morale

 

Questo è Moreau, affettuoso padre di famiglia e sposo monogamo, amante del sole dei croccantini e dei suoi numerosi amici e fratelli cani. Morto per il fucile di un cacciatore ignoto. Ignoto ed impunito. Questo nonostante la legge sul maltrattamento degli animali che punisce il trasgressore con una multa e con la reclusione fino a tre anni, legge da cui i cacciatori sono però esentati. Cacciatori esercito e polizia sono gli unici possessori legali di armi in Italia, i cacciatori gli unici con la licenza di uccidere senza che sia stata proclamata una guerra. In una società come quella italiana che presume di aver raggiunto un alto stadio di civilizzazione l’omicidio è consentito solo in alcune circostanze e comunque soggetto a restrizioni che illudono sul carattere morale dell’assassinio. La caccia non è più un semplice divertimento ma è entrata nell’ambito dello sport, regolamentata dunque in modo da favorire entrambe le parti: il cacciatore che si glorifica di definirsi un vero sportivo ha solo tre colpi di fucile per uccidere l’animale, che misura la sua possibilità di vincere la gara sportiva nella fuga che forse gli salverà la vita. In una società disgustosamente civile la caccia, come la guerra, è possibile solo selezionando le vittime. L’omicidio è legittimato solo verso alcune vittime preselezionate: l’invasore e il dittatore per quanto riguarda la guerra, l’omicida per quanto riguarda la pena di morte ancora attiva in tantissimi stati; e per la sfera della caccia le specie non protette, non in via d’estinzione, e gli animali non definiti da compagnia. Principi che consentono di tenere inviolata l’idea di moralità degli stati civilizzati che vengono regolarmente trascese ed ignorate. L’assassinio di Moreau fa arrabbiare di più perché a differenza degli altri animali non c’è la scusa di potersene cibare. Così Moreau è stato abbandonato in agonia sul prato della sua casa, facendo in modo che il suo assassino contravvenisse oltre che a qualsiasi senso di pietà a quell’altra legge che per tutelare l’incolumità degli umani prevede che i cacciatori non possano sparare che oltre 70 metri dalle abitazioni private ( pur, beninteso, poterne attraversare le proprietà liberamente ). Grazie per il senso diffuso di sicurezza che questa legge garantisce, l’idea regolamentativa è che la caccia sia tollerata, purché non si incorra nel rischio di sparare invece che al gatto al genitore, o di disturbare con scoppi troppo vicini il lieto riposo del pargolo. La quiete pubblica vale più della vita in questo mondo governato dalle buone maniere e dal buon senso. Come appare abbastanza ovvio non c’era nessun motivo, nessun errore e nessuna svista giustificabile per poter sparare ad un gatto di casa e non c’è nessuna ragione che possa discolpare chi prenda un fucile in mano con l’intento di uccidere un animale qualsiasi, l’ultimo sparuto uccellino nel nido. Ed in mancanza di un nome proprio contro cui puntare il dito accuso ognuno di voi: sarete complici e puzzerete di sangue fin quando non vi mobiliterete per cambiare le cose. Migliora ciò che puoi cambiare e boicotta il resto.

Mentre la caccia uccide gli animali che un manipolo di politici ignoranti ha definito come inutili alla vita sulla Terra perché non in via d’estinzione e non cari compagni dell’affetto umano ( o anche definiti come utili all’uomo perché si possono mangiare ), polizia ed esercito non possono puntare le armi che contro il nemico. Consideriamoci fortunate, italiche genti, che la costituzione ammetta la guerra solo a scopo di difesa. I cacciatori sono le uniche persone che possono usare le armi a scopo di attacco. Anzi, l’attacco e la morte dell’indifeso sono le uniche ragioni che giustificano il loro possesso di armi. I militari e i poliziotti che girano armati per le nostre strade sono invece lì per difenderci. Anche quest’affermazione puzza di scusa e di falsità da chilometri di distanza come la loro polvere da sparo. Nella guerra si scusa l’omicidio chiamandolo legittima difesa o appellandosi al fatto che hanno cominciato prima gli altri. In realtà i cattivi che vanno eliminati in nome della libertà sono stabiliti da noi. Siamo sempre noi, o meglio, sono i politici ( o gli interessi che stanno loro dietro ) incoraggiati dalla nostra indifferenza a riguardo a definire chi uccidere e chi no; ma invece di chiamare le cose con il loro nome gli si applica sopra il cartellino della difesa e della tutela. Più o meno palesemente questo si rivela nelle ultime missioni di pace in cui è impegnato tutt’ora l’esercito italiano. La rettorica del nome rivela già la realtà: manca una vera indignazione nei confronti del cattivo, eliminabile perché in fin dei conti ci è del tutto indifferente. L’indifferenza è il via libera alla base di ogni sterminio, come dimostrato dalla shoah o dalla sua versione contemporanea scritta da Amelie Notomb “Acido solforico”. E ogni indifferenza viene implementata dall’esile voce del piccolo uomo che si crede tale solo perché non ha la determinazione di alzare il tono e riconoscere che la sua laringe è abbastanza funzionante per emettere dei suoni e tra questi suoni anche “NO”. Migliora ciò che puoi cambiare e boicotta il resto.

Che nessuno tocchi Caino, ma che nessuno si trasformi in Caino. Gl’interessi del mercato legale e illegale delle armi sono una delle principali cause alla giustificazione della violenza portata avanti dall’apologetica industria culturale ( quell’altra cosa che mettendo in scena l’eroe dice all’uomo medio che non ha le possibilità di fare qualcosa d’importante, e lo ribadisce ammonendo che la vita non è un film ): i film, soprattutto di provenienza americana mostrano le nostre belle civiltà concentrate di diritti umani venir minacciate dai cattivi, contro i quali, finalmente, si potrà sparare.  Queste armi saranno puntate verso l’alto il giorno che degli extraterrestri ci faranno una visitina. I film d’azione di stampo americano sfruttano il sentimento della paura per suscitare in noi l’idea di essere sempre in pericolo anche nella realtà. Lo spregevole stupratore di bambini caricaturato nel film che si rifà ad una storia vera ammonisce le madri che non controllano i cellulari dei figli. La cronaca nera nei quotidiani e nei telegiornali si trasforma in un romanzo poliziesco. False teorie del complotto ci avvisano che Hitler potrebbe essere ancora vivo da qualche parte, e che è più cattivo di prima. Nei film non solo l’esercito nemico è pronto ad invadere la tranquilla cittadina di provincia strappando l’avvocato prestante e la madre single alla loro noiosa quotidianità; ma questa stessa tranquillità è costantemente minacciata dall’attacco alieno latente, da King Kong o da scienziati pazzi che hanno scoperto un virus per annientare l’umanità. In Jurassic park i dinosauri riportati in vita, tragicamente sfuggiti al controllo degli studiosi inseguono senza sosta i protagonisti; senza che a nessuno sia venuto in mente di chiedersi se qualcuno ha il diritto di riportare in vita animali estinti per farne un’attrazione turistica. I film scoprono anche la potenza degli uragani e dei terremoti, non si fanno mancare imbarcazioni in balia della tempesta e vulcani che sembrano avere una coscienza propria cosicché nell’uomo si instauri una paura completa anche nei confronti della natura. Al di là della moralina da bambini aggiunta alla fine del film il significato è sempre lo stesso: chiunque può essere il cattivo, e riproponendo un moto degli scouts traviato “sii preparato” comprati la tua sicurezza in un lanciarazzi; uccidi Caino.

L’ufologia è il contrario della guerra e della caccia. Per sua essenza l’ufologia sostituisce alla paura il senso di ammirazione ed il desiderio di essere partecipe ai fenomeni inspiegabili, registrandoli e prendendone coscienza prima di tentare una decifrazione, che forse non potrà mai essere completa. L’ufologia si basa sul senso di ammirazione per la vita in sé e sonda il cielo alla ricerca di altre forme di vita. Non lasciamoci confondere però dal linguaggio usuale perché l’ufologia radicale non è interessata unicamente alle forme di vita cosiddette intelligenti: la parola intelligenza è una categoria inventata dall’uomo che rispecchia un modo ‘civile’ e troppo umano di comportarsi. Anzi la speranza che da qualche parte esistano altre forme di vita pone l’accento sulla parola ‘altre’, ed è la stessa speranza che esistano altre forme di governo o di vita sociale, altri modi di agire e un’etica più profonda. O anche qualcosa di finalmente completamente diverso dall’uomo. Questa però è prima di tutto una speranza che non limita affatto l’obiettività dell’ufologia davanti ai fenomeni naturali ( spirituali tecnologici e quant’altro ) né lo spirito conoscitivo dell’ufologo, che esula da quello degli scienziati, la manipolazione, e da quello del bambino che per conoscere infila le cose in bocca ed ingoia. Il modo privilegiato di conoscere, da cui si mutua anche l’appello alla violenza ed alla distruzione preventiva di ciò che forse è nocivo è proprio il gesto con cui il bambino mette in bocca le cose e le mangia. L’uomo conosce ingurgitando le cose, prendendo le sostanze nutritive che lo possono fortificare e cagando il resto. Ma l’uomo che si vanta della propria civiltà ha escluso da tempo il cannibalismo ( questo semmai è lasciato alle mucche: la mucca pazza era provocata dalla preparazione degli alimenti per le mucche di allevamento di carne di scarto di altre mucche ), e mangia il resto, mangia il diverso da sé. Chi mangia toglie la vita all’altro che ingoia e metaforicamente parlando chi conosce mangiando prende tutto su di sé e non lascia niente dell’altro che ha mangiato. In poche parole, si conosce eliminando. Adorno diceva in proposito “essere amici del bosco con la caccia”. E’ una tautologia: la caccia, poiché elimina, con la scusa di mangiare, non conosce niente di chi elimina. La caccia sotto il suo aspetto civile da sport ha il desiderio di mangiare ciò che cattura, di togliergli prima la vita e poi di eliminarne anche il cadavere. La caccia è la distruzione più completa dell’altro, è il desiderio violento di morte ( solitamente represso ) nel suo aspetto innocuo e civile, è la perversione del cibo che gioisce della propria crudeltà. L’altro modo di conoscere della società avanzata è la manipolazione: fin da Bacone lo scienziato conosce la natura quando è in grado di manipolarla. Manipolare vuol dire testualmente non lasciare essere la cosa per quello che è ma trasformarla, vuol dire metterci le mani. Anche con la manipolazione come nel caso del mangiare quello che si conosce è il proprio gesto che distrugge l’essenza dell’altro.

L’ufologia al contrario conosce perché lascia essere, quando guarda da distante, quando fotografa quando osserva, quando percepisce qualcosa e quando teorizza. La paura diffusa dell’alieno è proprio il suo arrivare sulla Terra per rapire qualche ignaro ubriacone addormentato portarlo a bordo dell’astronave e fare test scientifici su di lui. Come sempre non ci accorgiamo che l’idea che abbiamo dell’alieno è solo una proiezione del nostro troppo umano modo di agire. L’ufologia radicale quando è davvero radicale è anche profondamente morale. Qui, per morale, non si tratta di boicottare la violenza e di non manipolare: questa dev’essere la base per l’agire di ogni persona, soprattutto in uno stato che si vanta di essere cristiano. Anche Gesù, insegnano i vangeli apocrifi, era vegetariano. L’ufologia non uccide, non è sulla difensiva, non si protegge sparando per prima e non dichiara guerre preventive agli ufo e nemmeno a chi è contro all’ufologia. Il principio che sancisce chi uccidere è semplice: più l’altro è diverso da me, e più facilmente posso ignorarlo; principio così antico che ne parla anche Epitteto con la teoria dei cerchi concentrici. Ogni circonferenza designa un grado nella scala dell’affetto e dell’interesse, più ci si allontana dal centro e più cala l’interesse. Al centro, ci sono ovviamente io, nel cerchio successivo i miei familiari, i miei amici, poi viene il cerchio dei conoscenti, dei compaesani, quello degli altri uomini e donne, poi gli animali. Più ci si allontana dal centro e più il mondo sprofonda nell’indifferenza. Attenzione: non si tratta di una mera teoria filosofica ma di un’operazione che inconsciamente compie chiunque nei confronti dei propri conoscenti. Gli alieni sono esclusi da qualsiasi circonferenza: l’alieno, come da definizione nel dizionario, è il completamente altro dall’uomo. L’ufologia è profondamente morale perché non si basa sul criterio dell’utilità per decidere chi salvare e chi uccidere, né lascia che sia l’indifferenza per ciò che è troppo distante da noi ( su un altro pianeta o su un’altra galassia ) il criterio apologetico per l’omicidio. Anzi è proprio il principio dei cerchi concentrici a far sì che manchi una parola per definire l’uccisione colpevole degli animali ( il dizionario Zingarelli definisce assassinio l’uccisione di un essere umano in modo violento e per scopi abbietti ). L’ufologia radicale, per arrivare all’alieno ha già superato e deve superare gli altri cerchi, ovvero ha già fatto proprio l’interesse per tutte le circonferenze Per quanto gli alieni siano figurati nella coscienza delle masse con forma di ominide ( e inquietanti proprio perché simili a uomini ma non del tutto tali ) verrebbero classificati come animali. Non c’è da stupirsi, anche gli indigeni americani, per quanto di forma ominide, sono stati considerati animali per facilitare la conquista del territorio ed il relativo massacro. Questa distinzione non deve aver più nessuna influenza sui nostri giudizi. E così è per l’ufologo radicale, che può amare il completamente altro, chi sta fuori dal cerchio, solo se ama anche tutte le altre circonferenze, se conosce senza mangiare, se rifiuta la morte e se ha assunto come criterio di ricerca il vegetarianismo, che non ha bisogno di scuse per uccidere perché sa che protrarre la propria vita a spesa della vita altrui è contrario alla vita. Come diceva Adorno: l’uomo contemporaneo non è più capace di scorgere fini alternativi a quelli dell’immediata autoconservazione, ma la sua sopravvivenza è pagata al prezzo della morte e dell’oppressione altrui. La colpevolezza della vita è il fatto che per mantenersi deve integrare la propria sopravvivenza con l’omicidio costante ( il padrone uccide il nemico, il servitore uccide l’animale di cui si ciba ), ma questo non è più conciliabile con la vita. L’ufologo ha scorto questo fine alternativo: guardare il cielo per cercarvi altra vita.