seconda testimonianza di S.

Era il 13 febbraio, due giorni dopo la pubblicazione del mio primo avvistamento. E’ successa esattamente la stessa cosa, l’unica differenza è che mi trovavo in un altro Stato. Guardavo fuori dalla finestra per capire se avrebbe piovuto o meno, il cielo era un po’ nuvoloso, grosse nubi basse e bianche e uno sfondo grigio, e proprio allora ho scorto una luce arancione che si muoveva verso l’alto in linea retta: non pulsava, non cambiava intensità e non era troppo distante. Dopo un paio di secondi è scomparsa dietro una nuvola, e non è mai sbucata dall’altra parte.


segno/simbolo logo/ufo

La distinzione tra segno e simbolo è tra le più antiche della filosofia: il segno, una lettera dell’alfabeto, un numero, un’iconografia tipica, sta al posto di un’entità reale, mentre il simbolo è quella cosa, la significa direttamente e non mediatamente. Come si pone l’ufo in questa dicotomia? Jung porrebbe l’ufo più vicino al simbolo, o meglio all’archetipo, cioè una realtà psicologica inconscia particolarmente significante. Adorno potrebbe sostenere che l’ufo sia un non-identico e in quanto tale avere un “di più” che trascende il senso immediatamente rilevabile. Anche il logo ( la marca, il nome di un prodotto ) per aver successo deve rimandare a qualcos’altro: una pubblicità funziona quando non compro semplicemente un modello di automobile ma quando insieme ad essa compro prestigio, virilità, dominio ecc, insieme al profumo compro fascino, sex-appeal e così via. L’invenzione del logo aggiunge dunque qualcosa sia al segno che al simbolo, perché rimanda a delle caratteristiche che non sono le proprie dell’oggetto: un segno, come una lettera alfabetica, non ha virilità, un simbolo, per esempio un campanile, è fallico ma non dà maggior erotismo a chi lo sogna. Il logo può rimandare ad altre caratteristiche solo riuscendo a convincere di possederle. Il modo più facile per raggiungere questo obiettivo è lo slogan: loghi e marche si servono di slogan immagini e pubblicità per ottenere un rinforzo positivo a quello che vogliono dimostrare di avere e di poter dare al possessore dell’oggetto. Inoltre il logo dev’essere immediatamente riconoscibile: quando vedo un logo devo sapere che è quello di una marca, che è proprio quella marca. Chi indossa la maglia di una determinata marca sta facendo pubblicità della marca e allo stesso tempo sta dicendo a tutti che anche lui è parte della comunità dei consumatori, delle persone alla moda, delle persone -logo. La moda funziona perché quello che si compra nell’accessorio o nel capo di vestiario è l’entrare a far parte di un gruppo sociale. Il logo elimina l’individualismo e da in cambio la riconoscibilità. Al contrario del logo la caratteristica dell’ufo è invece proprio quella di rimanere in un certo senso sempre anonimo, l’ufo archetipo di Jung ha un significato psicologico non immediatamente riconoscibile, l’ufo non-identico adorniano non può invece risolversi in nessuna concettualizzazione. Ma anche l’ufo come oggetto volante è sempre e sopratutto non identificato. I vari tentativi di applicare l’ufo alla pubblicità o agli slogan sono rimasti per lo più sterili ( riuscendo solo nel cinema e nell’industria culturale ), questo significa che l’ufo non è pubblicizzabile. Nell’era della globalizzazione culturale del prodotto e dell’immagine di sé, dove il logo si fa portavoce delle caratteristiche di chi indossa la certa maglietta e beve la determinata bibita, l’ufo è una delle migliori bandiere dell’individualismo.


la testimonianza di S.

Se non sbaglio era il 2010, in primavera. Era un pomeriggio caldo, un po’ nuvoloso, ero appena scesa dall’autobus e mi trovavo al capolinea, un posto gremito di folla e turisti. Guardai verso l’alto per controllare il clima e vidi una piccola sfera luminosa, di un arancione incandescente. Si muoveva in linea retta dal basso verso l’alto, non lampeggiava e non cambiava colore, era solo una sfera di un bel arancione acceso e brillante. Dopo uno o due secondi scomparve dietro ad una nuvola bassa e di dimensioni ridotte, così rimasi in attesa che sbucasse dall’altra parte, invece non la vidi più; anzi, sembrava che nessuno l’avesse vista. C’erano un migliaio di persone accanto a me ma nessuno sembrava essersi accorto di nulla. Non so dire cosa fosse, di sicuro non poteva essere né un aereo né un palloncino, e per un certo tempo mi sono limitata a credere che fosse una qualche allucinazione.


la testimonianza di Alessandro

“E’ successo due volte nella mia vita, ma non ricordo molto bene i dettagli perché è passato tanto tempo.
In entrambi i casi mi trovavo a casa mia, in due case distinte per la precisione.
E in entrambi i casi ero stato rimproverato da mia madre per qualcosa che avevo fatto e non avrei dovuto, o per qualcosa che avrei voluto fare e non avevo potuto.
La prima volta avevo meno di dieci anni. Ero corso sul lettone dei miei e mi ero messo a piangere sdraiato a pancia in giù e la faccia nascosta tra le braccia. D’improvviso sentii una presenza alle mie spalle (mentre scrivo mi viene la pelle d’oca), ebbi un po’ di paura ma mi girai lo stesso verso i piedi del letto. Vidi una figura in piedi, con addosso un vestito non ben definibile, sembrava una vestaglia o un saio color rosso mattone (ma non sono molto bravo con i colori), il viso non lo ricordo e non ricordo se fosse uomo o donna, e neanche l’età approssimativa, ma in quel momento non aveva molta importanza. Mi misi in piedi e scappai via. Poi non ricordo più nulla. Non ne parlai mai con nessuno, credo.
La seconda volta avevo circa dodici anni (vorrei far presente che i dodici anni di venticinque anni fa non avevano nulla a che fare con i dodici anni dei ragazzini di oggi… oggi mia figlia che ne ha otto è molto più matura di me a dodici). Avevamo da poco cambiato casa. Stessa situazione: litigio, rimprovero, corsa sul lettone, pianto. Mi girai e vidi pressappoco la stessa figura.
Io credo che, almeno per quanto riguarda la prima volta (per la seconda ho qualche dubbio, probabilmente era solo autosuggestione causata da quel ricordo) qualcuno, o qualcosa, abbia voluto a modo suo confortarmi per i miei stupidi dolori fanciulleschi, sebbene mi abbia fatto spaventare, magari involontariamente, chissà.
So che probabilmente non è una testimonianza significativa, ma ci tenevo a raccontarla a qualcuno e, chi meglio di chi un po’ si avvicina al mio modo di pensare riguardo alle altre possibilità nell’universo oltre quelle, limitate e limitanti, che ci propinano i grandi manipolatori del pensiero umano.
A cosa si crede oggigiorno? A Bruno Vespa e ai telegossipgiornali: al dio televisore! E quando qualche “sacerdote” in TV fa finta di uscire dai binari del tangibile e certo, trattando a suo dire temi ultraterreni, vedi ad esempio Vojager o Misteri e affini, poi alla fine tutto si traduce in marketing mirato a far comprare libri e dvd di acqua bollita.
Non so se c’è qualcuno che sa e non vuole far sapere, o qualcuno che fa credere di sapere per specularci sopra, non lo so e francamente non mi interessa proprio. Mi piace guardare il cielo, gli alberi, i fiumi, il mare e spero sempre di vedere qualcosa che vada al di là del mio immaginario, ma già mi basta stare bene quando osservo la natura e la sua magnificenza e noto la nostra piccolezza materiale.

A distanza di qualche anno da quegli eventi scrissi questa cosa:

———————–
Fisso un cielo di stelle che pare non aver fine
o la sua fine è l’inizio di una vita
che non immagina di essere tanto immensa

Vaga la mente
gira nel vuoto

Non sa se andare dentro o fuori
non sa se esiste un dentro o un fuori

Non sa se volgere all’infinitamente grande
o scaraventarsi nell’infinitamente piccolo

Non sa se rassegnarsi di essere al centro di una strada senza nome
che congiunge l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande
e nella quale non è possibile spostarsi
————————-

Ciao,
Alessandro”


ufo vs automobile

La tecnologia che domina i nostri modi di spostamento è l’automobile, ma in realtà sarebbe più corretto dire che domina il nostro movimento. L’automobile sta all’esatto opposto dell’ufo: l’ufo è rapido, manovrabile, multitraiettoriale, non soggetto a codici della strada, e molti testimoni asseriscono che può rendersi invisibile e tuffarsi nell’acqua. L’automobile invece può spostarsi solo in traiettorie rettilinee e sul piano, all’interno dei tracciati retti delle strade, l’automobile chiude, separa dall’esterno, si fa guidare solo attraverso un mezzo ( l’interfaccia volante, i freni ecc ) e non può seguire né la libertà del passo né quella dell’ufo. Questo è ancora più evidente nel caso di treni, tram, ma anche taxi: incapacità di superare dislivelli, fermate prestabilite, onorario, rotaie. Anche l’aereo, che pure riesce a volare è stato concepito per spostarsi solo su linee rette secondo una geometria ancora euclidea. L’automobile è risultata però vincente sui mezzi di trasporto pubblico per la sua falsa praticità e perché divenuta status symbol solipsistico. La sua fortuna è quella di riuscire nella saparazione soggetto oggetto ( uomo/mondo ) in molti modi, i quali ricordano la critica marxista alla mutilazione-strumento del lavoro: l’automobile separa l’uomo dall’ambiente e dagli altri inscatolandolo in un loculo, dalla libertà a causa delle sue caratteristiche fisiche (inadatta a tutte le superfici, può correre solo sulle strade) e dalla volontà facendosi guidare solo attraverso strumenti. È dunque il massimo grado di alienazione del trasporto e di autismo dinamico: ognuno prende il posto nelle interminabili code, tiene la distanza di sicurezza, e tutti seguono il medesimo codice stradale rendendo superflua anche la comunicazione, riassunta in pochi segnali luminosi e nel clacson; mentre l’unica influenza con il mondo esterno è l’inquinamento. L’ufo è invece il prototipo del mezzo di trasporto che comunica con l’ambiente: con cerchi nel grano e altri fenomeni, e dall’altra tramite le abduction che rendono l’ufo un mezzo che richiede altri passeggeri. Il movimento dell’ufo è molto più simile ai tracciati dei mezzi di autopropulsione ( piedi, pattini, bicicletta ecc ), che non necessitano un mezzo e si adattano perfettamente alla volontà, inoltre non vi è codice della strada né targa, i mezzi di autopropulsione sono così non identificabili, non sottomessi.


wikileaks e silenzio

Wikileaks è oggi il centro di raccolta informazioni/documenti per tutte le cose tenute sotto silenzio dalle autorità, normale allora che uno dei pericoli principali per la sua immagine sia di passare per un sito di fanatici della teoria del complotto. Questo è il motivo per cui non wikileaks ha scelto di non pubblicare nessun documento riguardante ufo e alieni: la sua immagine e la sua credibilità ne verrebbero danneggiati. Queste le parole di wikileaks: “UFO investigators, grasping at straws to remain (or become) relevant might get a chance with the new Wikileaks momentum. Wikileaks, as outlined by Scott Bradner in Network World [Page 41, 1/22/07], is a collaboration that provides an “uncensorable Wikipedia for untraceable mass document-leaking and analysis.” The broadside, supported by 1.2 million documents already, will “avoid legal attacks, at least in the West, by initially focusing on ‘non-Western authoritarian regimes” Bradner writes. Bradner’s colleague at Network World, Paul McNamara, sees Wikileaks as a horrible idea [Page 42, same issue] because it will allow “Chinese dissident[s and] the disgruntled/recently fired nincompoop” to post material anonymously, without anyone checking the veracity of their contribution. For ufologists, that lonely, usually inept group of investigators, the idea that someone in government, abroad or here, eventually, might disclose the cover-up about UFOs that they contend is rampant, and can do so anonymously, should come as heaven-sent, now that UFOs have been put on the backburner for almost every normal person in the United States, despite the recent O’Hare “sighting.” In the UFO community, any material, no matter how bizarre or imaginary, is grist for study, and ongoing debate(s). The subject matter, UFOs, doesn’t rely on truth-seeking as such; it subsists on the basis of rumor and the scantiest information extant, no matter how loony that information is. Wikileaks, like Wikipedia, is ideal for prolonging the idea that UFOs have been captured and some governments of the world have kept that information to themselves. Maybe someone, somewhere, will disclose the documents that prove, once and for all, that the mythology of alien visitation and their downed flying saucers are facts held in abeyance by those in power, for nefarious (or other arcane) reasons. We bet the UFO crowd will go gaga once they hear about this new Wiki thrust. They need something, anything, to keep their delusion alive.”

Wikileaks qui si richiama direttamente a wikipedia, che a sua volta ha scelto di diffondere sempre e solo la versione ufficiale per quanto riguarda ogni argomento legato al paranormale ( ne deriva che secondo wikipedia autori dei cerchi nel grano sono due pensionati inglesi e via dicendo ). Wikipedia ha addirittura fatto in modo che alcune informazioni non siano più rimaneggiabili, stabilendo così una volta per tutte la “verità” su fenomeni non ancora spiegati. Tutto questo per difendersi dal fatto che “nella comunità ufo, ogni materiale, non importa quanto bizzarro o immaginario sia, è materia di studio”, e finché non si proverà definitivamente che “la mitologia delle visite aliene” è reale e taciuta dai governi wikileaks non pubblicherà materiale riguardante ufo e alieni. Con questo avvertimento però wikileaks sta indirettamente ammettendo una cosa: il materiale arriva, arrivano i documenti, solo che loro non li pubblicano. Questo avviso si concentra molto di più sulla poca credibilità che ha l’argomento ufo che sulla poca credibilità delle fonti. Naturalmente sono proprio le versioni di wikipedia e i rifiuti di wikileaks ad aumentare la poca credibilità dell’argomento ufo, e tali atteggiamenti non fanno che peggiorare l’immagine dell’ufologia; concorrendo così a creare quella confusione tra vero e falso che serve alla demolizione della portata sconcertante del fenomeno. Esse si comportano ancora meglio degli organi di censura e di cover-up, perché partendo dall’idea di essere contro ai governi e ai loro segreti ne fanno in realtà il gioco. Il silenzio di wikileks e le informazioni palesemente false di wikipedia portano disinformazione confusione e senso del ridicolo: ma finché le persone non sapranno distinguere il falso da ciò che è probabile nessuno si chiederà qual’è la verità sugli ufo perché penserà di averla già scoperta, oppure bollerà ogni manifestazione come vana superstizione. Questi due siti, dando informazioni false e non pubblicando documenti sugli ufo per partito preso rendono anzi più difficile la ricerca della verità.


maya galattici

Kolosimo Giacobbo e Argüelles con le loro teorie sui maya hanno contribuito molto a fare dell’ufologia una psuedo-scienza per creduloni e ciarlatani.

Sul fatto che Kolosimo ( che in realtà è italiano, la k se l’è aggiunta da solo, suppongo nel tentativo di darsi un tono ) sia un buffone non mi pare ci sia da discutere, eppure è stato lui a contribuire alla fama dell’astronauta di Palenque e a iniziare il mito dei maya galattici. Con astronauta di Palenque si intende la raffigurazione sulla lastra tombale del re Pacal Voltan, la quale raffigura un uomo che manipola strani ingranaggi mentre dei tubi gli escono dal naso, dei piccoli razzi sono raffigurati alla base della lastra. Immagine curiosa che ha suscitato l’idea che si possa trattare di un uomo alla guida di uno strano oggetto, che effettivamente può ricordare la cabina di pilotaggio di un moderno shuttle. La cosa interessante è che lo scheletro del re è più alto di venti centimetri della media dei maya e non presenta le deformazioni craniche tipiche del popolo, quindi il re, probabilmente non era un maya, anzi, secondo Kolosimo era un alieno-dio giunto dallo spazio. Di questa opinione sembrano essere anche Argüelles e Fiorella Capuano, la quale intervistata da Giacobbo dice “i Maya Galattici sono arrivati sulla Terra da altri livelli di coscienza, sono i conoscitori del tempo e sono venuti qui per una missione, per insegnare a noi umani a cambiare il nostro modo di vivere”.  Argüelles sostiene che gli uomini, prima di insediarsi sulla Terra, abbiano fondato colonie su Marte e sul pianeta Maldek ( che per inciso, non esiste ), i maya galattici sarebbero ancora in viaggio per lo spazio, sono venuti al tempo degli olmechi e torneranno nel 2012. Inoltre, i maya galattici sarebbero capaci di materializzarsi con un trasferimento cromo-molecolare, una sorta di incarnazione, per guidarci verso un radioso futuro.

In realtà il calendario maya ( i maya non hanno fatto profezie, hanno fatto calendari ) non è così ottimista: quella che stiamo vivendo è l’era dell’oro, che finirà il 21 dicembre 2012, ultima data del loro calendario. Non ci sarebbe quindi un 22 dicembre, il tempo finisce il 21. Né pare che i maya fossero questi gran viaggiatori, intergalattici o meno. L’astronauta di Palenque/re Pacal Voltan, era probabilmente uno dei pochi veri viaggiatori, ma a giudicare dallo scheletro non era un maya né un alieno né un dio, anzi, era piuttosto un europeo venuto dal mare: questo spiegherebbe il disegno sulla lastra tombale nonché il motivo per cui al suo arrivo in America Cortes sia stato salutato come il dio Kukulkàn, ricambiando i discendenti dei maya con lo sterminio. Cortes, alto e bianco, con le sue enormi imbarcazioni, non assomigliava affatto agli uomini ( maya ) e doveva essere per tanto una specie di divinità. Non dunque un navigatore galattico, ma un semplice marinaio.

Ciò non toglie che la cosmologia maya fosse qualcosa di straordinario e assolutamente complesso: i maya avevano tre calendari, uno basato sulla gestazione e sui cicli di Venere, uno basato sull’orbita terrestre ( i quali si incrociano ogni 52 anni ) e infine il lungo computo, basato sulla precessione degli equinozi, cioè quello scarto per cui in migliaia di anni il sole sorgente si sposta per le costellazioni. Il lungo computo è diviso in 5 ere, l’ultima delle quali finirà nel 2012: partendo dal 3113 a.c. il calendario conta a ritroso i giorni fino al 21 dicembre 2012. Pare che i maya avessero previsto ( correttamente ) per questo giorno due fatti rarissimi: il termine della rotazione processionaria della Terra attorno al proprio asse e l’allineamento del sole e del centro della via Lattea.° Il primo fatto indica che durante l’equinozio di primavera vedremo presto sorgere il Sole dalla costellazione dell’acquario, il secondo indica che il centro della galassia sarà oscurato dal Sole. Questo per i maya è un fatto piuttosto grave, dato che ogni vivente è collegato energeticamente con il centro della galassia, origine di tutte le cose. La cosa sensazionale è che è stato solo negli ultimi anni che si è avanzata l’ipotesi di un buco nero al centro della Via Lattea, buco nero che potrebbe essere effettivamente l’origine della galassia.

Difficilmente i maya galattici torneranno il 21 dicembre per guidarci verso un futuro meraviglioso, ma la loro conoscenza dei pianeti, dei cicli del Sole e della Terra merita sicuramente attenzione.

 

°Su questo punto però le fonti sono discordi e non tutte autorevoli, mi riservo dunque la possibilità di star dando un’informazione scorretta.


Bill Hicks parla dell’avvistamento a Fyffe

Bill Hicks parla dell’avvistamento a Fyffe


le fini del mondo

La prima volta che ho sentito dire che la fine del mondo sarebbe arrivata nel 2012 ero in prima elementare: ho rapidamente fatto il calcolo degli anni scoprendo che per quella data sarei stata molto probabilmente viva; il che a dire il vero mi ha piuttosto sconvolta. Il dicembre 2012 è atteso da millenni e da svariate culture, divenendo molto di moda qualche anno fa, per ripiombare poi nell’anonimato. Che non sia una fine del mondo di quelle serie è testimoniato dalla scarsissima letteratura sull’argomento, soprattutto in Italia. Il libro sul 2012 di Giacobbo, che è stato a lungo in testa alla classifica dei libri più venduti due anni fa, ora non si trova nemmeno nelle biblioteche, il che non è necessariamente un male, ma fa comunque capire come sia forte ora la necessità di non pensarci. Il catastrofico film sul 2012 di Hemmerich ha avuto lo stesso destino: sarebbe stato improponibile pensare di farlo uscire ora, dire a tutti che ci restano due mesi di vita. Ma niente paura: la prossima fine del mondo è già stata stabilita per il ’39 quando un asteroide colpirà la Terra, e se non sarà nel’39 l’asteroide tornerà di lì a qualche anno a transitare vicino alla nostra orbita. Si è parlato anche di un asteroide che ci colpirà già nel 2013.Anche sulle date c’è un po’ di confusione: in internet si può trovare 12 dicembre, 20, 21, 23, e quanto alle cause qui la fantasia di ognuno è libera di esprimersi. Unici criteri sono: citare i Maya, sapere che nessun luogo si salverà, guardare in alto. Le fini del mondo arrivano sempre dall’alto: dall’alto arriveranno gli angeli a suonare le trombe dell’apocalisse nella Bibbia, dall’alto ci colpirà l’asteroide nel’39 ( dall’alto arrivava anche Melancholia, il pianeta che ha distrutto la Terra nel film di Lars von Trier ) e secondo X-files sempre dall’alto arriveranno gli alieni, il 21 dicembre 2012. È sorprendente scoprire quant’è la percentuale di persone che credono alla previsione di X-files, soprattutto se si pensa che ha avuto 6,4 milioni di spettatori nella sola Italia. Secondo il noto telefilm è questa la data della definitiva invasione della Terra da parte degli alieni, che porterà all’estinzione dell’uomo.

Non ci resta che aspettare. In occasione della prima delle fini del mondo l’Osservatorio di Ufologia Radicale organizza una sbronza di massa presso l’osservatorio astronomico di Libbiano ( Pi ), chi volesse aderire è pregato di contattare Senza.


la testimonianza di Para

“So che nessuno mi crederà mai ma io ho visto un ufo.

Ero di fuorissimo. Ero al Sunspash. Ero disteso ad ascoltare un concerto e a un certo punto il mio amico mi da una gomitata e mi indica una luce arancione tipo fuoco -‘la vedi?’ mi chiede. La luce si muove lentamente allontanandosi, finché gli ultimi tre secondi accellera e sparisce.”