la testimonianza di Alessandro

“E’ successo due volte nella mia vita, ma non ricordo molto bene i dettagli perché è passato tanto tempo.
In entrambi i casi mi trovavo a casa mia, in due case distinte per la precisione.
E in entrambi i casi ero stato rimproverato da mia madre per qualcosa che avevo fatto e non avrei dovuto, o per qualcosa che avrei voluto fare e non avevo potuto.
La prima volta avevo meno di dieci anni. Ero corso sul lettone dei miei e mi ero messo a piangere sdraiato a pancia in giù e la faccia nascosta tra le braccia. D’improvviso sentii una presenza alle mie spalle (mentre scrivo mi viene la pelle d’oca), ebbi un po’ di paura ma mi girai lo stesso verso i piedi del letto. Vidi una figura in piedi, con addosso un vestito non ben definibile, sembrava una vestaglia o un saio color rosso mattone (ma non sono molto bravo con i colori), il viso non lo ricordo e non ricordo se fosse uomo o donna, e neanche l’età approssimativa, ma in quel momento non aveva molta importanza. Mi misi in piedi e scappai via. Poi non ricordo più nulla. Non ne parlai mai con nessuno, credo.
La seconda volta avevo circa dodici anni (vorrei far presente che i dodici anni di venticinque anni fa non avevano nulla a che fare con i dodici anni dei ragazzini di oggi… oggi mia figlia che ne ha otto è molto più matura di me a dodici). Avevamo da poco cambiato casa. Stessa situazione: litigio, rimprovero, corsa sul lettone, pianto. Mi girai e vidi pressappoco la stessa figura.
Io credo che, almeno per quanto riguarda la prima volta (per la seconda ho qualche dubbio, probabilmente era solo autosuggestione causata da quel ricordo) qualcuno, o qualcosa, abbia voluto a modo suo confortarmi per i miei stupidi dolori fanciulleschi, sebbene mi abbia fatto spaventare, magari involontariamente, chissà.
So che probabilmente non è una testimonianza significativa, ma ci tenevo a raccontarla a qualcuno e, chi meglio di chi un po’ si avvicina al mio modo di pensare riguardo alle altre possibilità nell’universo oltre quelle, limitate e limitanti, che ci propinano i grandi manipolatori del pensiero umano.
A cosa si crede oggigiorno? A Bruno Vespa e ai telegossipgiornali: al dio televisore! E quando qualche “sacerdote” in TV fa finta di uscire dai binari del tangibile e certo, trattando a suo dire temi ultraterreni, vedi ad esempio Vojager o Misteri e affini, poi alla fine tutto si traduce in marketing mirato a far comprare libri e dvd di acqua bollita.
Non so se c’è qualcuno che sa e non vuole far sapere, o qualcuno che fa credere di sapere per specularci sopra, non lo so e francamente non mi interessa proprio. Mi piace guardare il cielo, gli alberi, i fiumi, il mare e spero sempre di vedere qualcosa che vada al di là del mio immaginario, ma già mi basta stare bene quando osservo la natura e la sua magnificenza e noto la nostra piccolezza materiale.

A distanza di qualche anno da quegli eventi scrissi questa cosa:

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Fisso un cielo di stelle che pare non aver fine
o la sua fine è l’inizio di una vita
che non immagina di essere tanto immensa

Vaga la mente
gira nel vuoto

Non sa se andare dentro o fuori
non sa se esiste un dentro o un fuori

Non sa se volgere all’infinitamente grande
o scaraventarsi nell’infinitamente piccolo

Non sa se rassegnarsi di essere al centro di una strada senza nome
che congiunge l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande
e nella quale non è possibile spostarsi
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Ciao,
Alessandro”


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